“Lo ha capito anche la Francia: ritiriamo i militari dall’Afghanistan”

Ieri le due ultime navi militari italiane impegnate nel mar Rosso e nel Golfo Persico sono rientrate a Taranto. Ma la missione Isaf prosegue e, come ha ribadito il sottosegretario alla Difesa Giovanni Forcieri a nome del governo, l’Italia rimarrà in Afghanistan «per proseguire l’avviata transizione verso uno stato libero e democratico». Lo diciamo chiaramente: non c’è nessuna transizione in corso; c’è soltanto una guerra sanguinosa che ha prodotto, fino ad oggi, migliaia di vittime innocenti. Proprio questa mattina abbiamo dovuto registrare l’ennesimo raid aereo nella provincia di Kandahar, che ha causato – secondo le parole del portavoce dell’Isaf Andrè Salloum – un «numero imprecisato» di vittime. I morti, infatti, non si contano più. La tragedia sta assumendo proporzioni indicibili.
Ha iniziato a capirlo anche la Francia, che nei giorni scorsi ha ritirato
duecento soldati delle truppe speciali. Deve capirlo anche il nostro governo, al più presto. Per questo è necessario che Rifondazione Comunista, tutte le forze della sinistra di alternativa, insieme al movimento contro la guerra, si attivino da subito per rilanciare l’obiettivo del ritiro dei militari italiani dall’Afghanistan. Alla prossima scadenza del rifinanziamento, i nostri soldati devono tornare a casa.