L’inutile agonia di fine legislatura

L’agonia della legislatura si trascina con cadenze quasi quotidiane. Ormai abbiamo la certezza che i prossimi mesi saranno del tutto inutili ai fini del buon governo, mentre forniranno argomenti agli osservatori internazionali per ridurre la loro fiducia nell’Italia. Non è prevedibile una decente legge finanziaria, né un programma coerente di sostegno allo sviluppo. Di certo possiamo invece mettere nel conto i dissensi infiniti tra i partiti, i loro estenuanti litigi destinati ad aprire un solco irreparabile fra chi governa (o chi si oppone) e il normale cittadino. Che si tratti della leadership del Centro-destra, o degli intrecci fra politica e affari a sinistra.
Ma c’è dell’altro. L’agonia della legislatura coincide con il pantano in cui è sprofondata la Banca d’Italia, senza che s’intraveda una ragionevole via d’uscita alla crisi di èredibilità del Governatore. Per non dire delle ferite provocate dal disegno di legge costituzionale sul federalismo (la cosiddetta “devolution”) che piace solo alla Lega e che si trascina in Parlamento provocando dubbi e interrogativi crescenti nella stessa maggioranza. E ancora: c’è almeno un partito della Casa delle libertà, l’Udc di Casini e Follini, che non nasconde più la sua esasperazione nei confronti di Berlusconi e accarezza un diverso disegno strategico. Un disegno che implica un giudizio liquidatorio verso l’attuale bipolarismo. Quindi è l’intero impianto politico del Paese che marcisce nell’agonia generale.
La logica dice che si sarebbe dovuto tagliar corto e votare subito dopo le elezioni regionali, risparmiando al Paese questa attesa superflua. Non fu possibile perché mancò qualsiasi intesa al riguardo fra le forze parlamentari. Le quali si sono assunte così una
grave responsabilità nei confronti degli italiani e avrebbero oggi il dovere di fornire una soluzione al rebus. Dobbiamo al presidente della Repubblica una pressione per accelerare al 9 aprile le elezioni per il nuovo Parlamento. Ma di più non si può fare senza un’iniziativa politica. Che non s’intravede nemmeno.
Come è abbastanza evidente, la maggioranza non ha intenzione di mettere la testa sul ceppo prima del tempo e, non avendo altro in cui sperare, si aggrappa a un recupero dell’ultima ora. Ma anche l’opposizione, a parte le solite frasi di circostanza, non sembra troppo impaziente di stringere. È impegnata nelle primarie e soprattutto crede che il passare dei mesi l’aiuterà a raccogliere una più cospicua messe elettorale. PUÒ essere un calcolo giusto, ma è rischioso. L’agonia risparmia la classe politica e le sue manovre, ma è drammatica per chi lavora e deve produrre in condizioni di crescente disparità rispetto ai concorrenti. C’è un’emergenza che preme alle porte. Non rendersene conto e fare come se niente fosse è peggio di un delitto, è una sciocchezza.