L’incanto sinistro della sirena Formigoni

La Regione Lombardia e il nord d’Italia come paradigma di governo? Destra e sinistra si interrogano, ma prima ancora di «riflettere» delineano le prime intese: Ds, Margherita e forze politiche che sostengono il Governo Formigoni votano le politiche per lo sviluppo della Regione Lombardia, cioè «tutti» accettano il terreno di riflessione politica delineato da Fomigoni. Possono cambiare i soggetti, ma l’orizzonte pubblico-privato è sostanzialmente condiviso. Il Presidente della provincia di Milano (sole 24 ore, 1 agosto) pensa ad una Fondazione per la realizzazione delle infrastrutture, ovvero adotta la «creatività» finanziaria del governo regionale. Speriamo che alcuni e sani principi liberali di organizzazione e gestione della cosa pubblica non siano superati…
Tutto il nord attraversa una fase economica e politica difficile, ma è strano come l’unico progetto di governo (esistente) delle necessarie trasformazioni sia centrato sul coinvolgimento dei soggetti sociali e privati in una logica di condivisione delle responsabilità. Fondazioni, gestione pubblico-privato dei beni pubblici, federalismo verso il basso, risorse finanziarie che devono rimanere nel territorio sono al momento l’unico terreno di riflessione politica comune.
La Lombardia in questi ultimi 10 anni si è allontanata dall’Ue: minore crescita del Pil, incapacità di generare innovazione tecnologica che si traduce in maggiori investimenti delle imprese che importano dall’estero il know how. Dal lato dello stato sociale la sequenza logica e temporale della proposta Formigoni è la seguente: stato sociale; stato sociale leggero e dinamico; stato sociale pubblico-privato; stato sociale privato-pubblico fino allo stato sociale della responsabilità, cioè una società nella quale i diritti sono sostituiti dalla solidarietà e invece dell’offerta di servizi pubblici universalistici si trasferisce denaro pubblico alle famiglie. Sostanzialmente dal lato della pubblica amministrazione si rinuncia al ruolo storico di intermediazione degli interessi particolari e di scelta degli indirizzi e degli orizzonti su cui piegare l’iniziativa economico e sociale. Nell’intervista al Corsera (29 luglio) di Formigoni, che interpreta politicamente l’ordine del giorno votato in comune con parte dell’Unione, viene ripreso il tema della regionalizzazione del salario. Sono noti i tentativi di Formigoni di rompere l’unitarietà dei contratti nazionali. Non stupirebbe se Formigoni approfittasse del mancato rinnovo del contratto della sanità privata per tentare nuovamente il colpo. Si pongono altri interrogativi dopo il referendum che ha sconfitto la devolution di stampo reazionario. Qual è l’interpretazione autentica dell’attuale titolo V della Costituzione? In questo senso non è peregrino affermare che l’ordine del giorno votato da centrodestra, Margherita e Ds stravolga l’esito del voto espresso dai cittadini del referendum sulla riforma costituzionale.
Se la Lombardia e il nord d’Italia attraversano questi problemi è utile delineare un progetto all’altezza della sfida che ci attende. Ma questa progettualità politica diversa da quella offerta da Formigoni chi è disponibile a crearla? Per noi è evidente che in Lombardia qualcosa non funziona e ci domandiamo come la sinistra, il sindacato e i «movimenti» debbano agire per ridisegnare un nuovo orizzonte per la Lombardia. Infatti, la necessaria «resistenza» al modello Formigoni ha condizionato la formazione di un progetto di transizione capace di «attirare» i riformismi presenti sul territorio regionale. L’esito della resistenza è ancora tutto da valutare, ma la capacità di «calamita» del modello Formigoni su tutti i riformisti è fuori discussione. Indubbiamente la Lombardia continua a guardare a destra, ma nel recente passato non è sempre stato così. Milano è stata guidata anche da socialisti illuminati e la Lombardia da una Dc attenta al territorio. Non è forse la mancanza di un progetto ad avere spinto molta parte dell’intellighenzia da una sola parte? Non c’è forse bisogno di un progetto in grado di fare sintesi tra sviluppo, etica e socialità? Ci sono i soggetti interessati a discuterne?

*** Antonio Lareno (seg.Cdl, Mi), Vincenzo Moriello (seg.gen.Fp-Cgil Lomb.), Roberto Romano (Cgil Lomb.)