Lidia Menapace: «E’ stato un tranello. Tutti solidali con me»

Lidia Menapace, quanto possono aver pesato su questo voto le tue dichiarazioni ai giornali? Parlavi di abolire le Frecce tricolori, forse qualcuno ha pensato che le priorità sulla difesa fossero altre?
Dicevo semplicemente che in un momento in cui bisogna risparmiare in tutti i settori è meglio abolire le Frecce tricolori o le parate, tutte cose che costano soldi, inquinano e nient’altro. Se un’intervista ad un quotidiano, pur importante come il Corriere della sera, potesse modificare gli assetti politici del paese vuol dire che siamo in una situazione potenzialmente eversiva, perché la stampa conterebbe più del parlamento. Non è così, le interviste di ieri non c’entrano nulla con quanto è accaduto questa mattina (ieri per chi legge ndr). Le domande che mi hanno fatto i giornali non c’entrano nulla con i lavori della commissione che certo non si sarebbe occupata né di abolire le Frecce tricolori né di trasformare la parata del 2 giugno.
E allora che è successo?
Il tranello è stato concordato, De Gregorio non ha appoggiato neppure Zanone, un liberale tutt’altro che pericoloso e che non aveva concesso alcuna intervista. Eppure anche lui ha avuto 11 voti anziché 13. Io sono stata eletta segretaria solo grazie a Silvana Pisa che ha messo a disposizione l’incarico proposto a lei. Non è stato un ribaltone contro di me, ma contro la maggioranza. Io ho ricevuto la solidarietà dei militari, ad esempio dal Giornale nuovo dei militari che mi scrive di essere d’accordo con me e che sperava che la mia elezione portasse ad un processo di smilitarizzazione e sindacalizzazione dei corpi militari. E’ possibile che qualche alto comando si sia seccato e infatti De Gregorio dice di aver ricevuto inviti dagli alti comandi, ma vuol dire che ignora l’abc della democrazia perché il parlamento deve essere superiore a qualunque pressione.
Quel che è successo cambia gli assetti della maggioranza?
Non esageriamo, con me sono stati tutti solidali. C’è un caso politico aperto che certo non finirà qui, bisognerà avere dei chiarimenti precisi. E’ vero però che Berlusconi cerca di erodere la maggioranza, ma che fossimo numericamente fragili lo sapevamo già.
E le politiche sulle questioni militari cambieranno in qualche modo?
Non credo proprio. E basta guardare il comportamento del ministro della Difesa Arturo Parisi che in commissione ha detto chiaramente di pensa al ritiro totale dall’Iraq. Sarà la politica a decidere quel che accadrà circa i compiti delle nostre forze armate. Gli interventi sulla questione, non solo il mio, ma anche quello di Martone, Salerni e Pisa sono stati tutti di riconferma delle posizioni fissate prima delle elezioni. E poi l’esempio di Di Gregorio mi pare talmente bieco e impresentabile che chiunque lo seguirà sarà automaticamente squalificato. Per tutta la giornata di martedì è stato seduto accanto a me a sorridermi e poi durante la notte ha organizzato il suo trabocchetto. Avrebbe potuto dire di aver cambiato posizione e invece non ha fiatato né con me né con altri e alla terza votazione si è fatto trovare con tredici voti, sapendo benissimo che se fossimo arrivati alla quarta votazione io sarei stata eletta per anzianità. E’ stato un tranello, perfetto nel suo genere. Io non ho mai imparato a farli e non imparerò certo a questa età.