Elicotteri da attacco sotto comando Nato sono stati usati per la prima volta il 4 giugno nelle operazioni militari in Libia: lo annuncia il quartier generale alleato a Napoli. Sono elicotteri francesi Tigre e Gazelle e Apache britannici, dotati dei più moderni armamenti. Tra questi il missile Usa a guida laser Hellfire, che i Tigre e gli Apache lanciano a 8 km dall’obiettivo, quando non sono ancora in vista. Usato in Libia anche dagli aerei telecomandati Usa Predator/Reaper, ha una testata a frammentazione o termobarica. Quest’ultima, esplodendo, crea un vuoto d’aria che provoca la morte per asfissia di chiunque si trovi nell’area, anche all’interno di edifici o rifugi. Nella guerra di Libia, sicuramente, viene sperimentato anche l’Hellfire Romeo, missile che la Lockheed Martin ha reso ancora più micidiale.
Usando elicotteri da attacco, la Nato non solo intensifica l’offensiva aerea, ma (come ha scritto il manifesto il 28 maggio) prepara il terreno allo sbarco di truppe. Gli elicotteri che stanno attaccando in Libia sono quelli delle navi da assalto anfibio Tonnerre (francese) e Ocean (britannica), schierate di fronte alle coste libiche sulle quali, al momento opportuno, possono sbarcare migliaia di soldati e armi pesanti su veloci mezzi a cuscino d’aria. La Tonnerre e l’Ocean hanno già effettuato test di interoperabilità con analoghe navi Usa da assalto anfibio: possono quindi usare i mezzi aerei e da sbarco del gruppo da attacco anfibio, guidato dalla Uss Bataan, schierato anch’esso nel Mediterraneo. Poiché il Congresso ha confermato la contrarietà di Washington a inviare truppe in Libia, per non inpantanarsi in un’altra logorante guerra di lunga durata, lo scenario che si prospetta è quello di uno sbarco – con comando e sostegno Usa – di truppe francesi, britanniche, italiane e altre, eventualmente sotto l’egida di «Eufor Libya» (Forza della Ue in Libia) per «fornire aiuto umanitario ai civili libici».
Rientra nella stessa strategia l’intensificazione dell’offensiva aerea. Nella base di Gioia del Colle (Bari) sono arrivate le Enhanced Paveway III: bombe a guida laser da una tonnellata, le cui testate penetranti a uranio impoverito e tungsteno possono distruggere edifici rinforzati. Le usano per ora i cacciabombardieri britannici Eurofighter e Tornado, che decollano dalla base pugliese. Queste bombe, spiega il segretario britannico alla difesa Liam Fox, «ci permettono di proteggere i civili e realizzare gli scopi delle Nazioni unite».
Viene rafforzato allo stesso tempo il blocco navale contro Tripoli. Ed è iniziata nel Mediterraneo la Phoenix Express 2011, esercitazione sotto comando Usa cui partecipano forze navali e terrestri di tredici paesi: Stati uniti, Italia, Spagna, Grecia, Malta, Croazia, Albania, Turchia, Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco e Mauritania. Anche questa operazione viene diretta da Napoli – dove ieri il vicepresidente Usa Joe Biden ha visitato la U.S. Navy – e supportata dalle basi in Italia. Il paese che – assicura il presidente Napolitano – si è lasciato alle spalle gli anni bui del bellicismo fascista e svolge oggi un ruolo di fermo presidio della pace.