Liberalizzazioni, l’Antitrust spinge il governo sui servizi locali

«Non si comprende la ragione della clausola di salvaguardia prevista per la gestione pubblica delle risorse e dei servizi idrici». L’autorità Antitrust presieduta da Antonio Catricalà proprio non si spiega come mai dal ddl Lanzillotta sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali l’acqua sia rimasta esclusa contraddicendo in sostanza il principio stesso alla base della legge. Tuttavia il ddl attualmente in discussione in senato «va nella direzione giusta» nel garantire «la concorrenza e una maggior tutela dei cittadini-consumatori». Approvarlo dunque è davvero «urgente» anche per le ripetute «distorsioni» del boom delle municipalizzate. L’ultima, perentoria, «segnalazione» ai presidenti delle camere, al governo e alla conferenza stato-regioni dell’Antitrust soffia decisamente le vele al disegno di legge delega firmato dalla ministra Linda Lanzillotta (Margherita) che prevede l’affidamento obbligatorio tramite gara di tutti i servizi pubblici locali tranne l’acqua. Un ddl che doveva essere un vagone importante collegato al treno della finanziaria e che ha imboccato il binario ordinario solo per le obiezioni di Prc, Verdi e Pdci. L’Antitrust non risparmia però alcune critiche di stampo più liberista al provvedimento della ministra. Il principio alla base del documento è tanto chiaro quanto ideologico: «Solo il ricorso al mercato può selezionare chi può offrire il servizio migliore al minor costo e risolvere il conflitto di interessi che si genera con l’affidamento diretto in house o nelle imprese miste pubblico-privato».
Il garante infine suggerisce modifiche più precise sul controllo indipendente delle tariffe e della qualità del servizio e degli investimenti che il ddl pare non prevedere a sufficienza.
La ministra Lanzillotta incassa il sì del garante di cui «condivide quasi tutte le valutazioni» ma ricorda il carattere di «compromesso» del ddl, sul cui esito si dice ottimista: «Dovrebbe essere approvato in commissione già a gennaio». Anche alcune perplessità di Prc e sindacati sulle ricadute occupazionali saranno accolte o già nel testo o nei decreti delegati successivi. Per la ministra è opportuno soprattutto stabilire un principio: «Che il monopolio pubblico nei servizi locali non ha garantito tariffe basse ai cittadini e ha agevolato molte rendite di posizione del tutto ingiustificate».
A Procida intanto il movimento che si batte per la pubblicizzazione dell’acqua ha annunciato l’avvio della raccolta di firme per una pdl di iniziativa popolare. La campagna si chiama «Firma e bevi» e, come spiega il missionario comboniano Alex Zanotelli, «le multinazionali stanno facendo pressioni su Strasburgo per una privatizzazione globale dell’acqua pubblica» che penalizzerebbe soprattutto le classi più deboli.