Lettera su Stefania Craxi a Porta a Porta

Caro Direttore,
ho visto “Porta a porta” martedì sera e debbo dirti che Stefania Craxi mi ha veramente impressionato. Ha giustificato i finanziamenti stranieri (in dollari) ai partiti di governo di allora (specie la Democrazia cristiana) perché venuti dai nostri “alleati” del mondo occidentale, di cui l’Italia fa parte, mentre i rubli che venivano dall’Urss al Pci erano di un Paese “nemico” (nemico!?!) e, quindi, immorali. Incredibile! Mi ha impressionato, anche, il suo anticomunismo assoluto e viscerale. Da dove l’ha preso? Da suo padre? Se così fosse, suo padre (cioè colui che non fischiò Berlinguer perché… non sapeva fischiare) mi piacerebbe ancora di meno, quantunque non mi sia mai piaciuto (se non a Sigonella).
Ha, poi, detto che suo padre era “onesto” perché in pieno Parlamento ammetteva candidamente di commettere un reato, come, secondo lei, tutti gli altri partiti (ma il Pci non fu mai incriminato, né processato, benché indagato, salvo il compagno Greganti, che ancor oggi, partecipando alla stessa trasmissione della Stefania Craxi, dice di essere stato condannato ingiustamente). Ciò mi ha fatto ricordare che una volta ho assistito ad una assemblea di una cooperativa di abitazione, che aveva appena visto ultimare la costruzione della propria casa, il cui presidente diceva candidamente che aveva assegnato un alloggio – libero per un recesso di un socio – ad un tappezziere perché questi gli aveva tappezzato tutta la casa gratuitamente, privando in tal modo il primo degli esclusi in graduatoria del suo diritto. Naturalmente, la sua assegnazione arbitraria e fuori da tutte le regole fu annullata dall’assemblea perché il fatto che l’avesse detto apertamente non poteva assolverlo e validare il suo operato illegale.
Bettino Craxi non era “onesto”, ma “reo confesso” e, come tale, è stato processato e condannato.
Mi rendo conto che di fronte alla crisi di governo le affermazioni di Stefania Craxi, per quanto irose e rancorose, perdono persino la capacità di scandalizzare, perché i problemi del Paese sono molto più grandi. L’unica cosa giusta mi sembrerebbe quella di rilanciare il centro-sinistra con pieno rispetto del programma elettorale (dove si parla di ridimensionare le basi militari, non di raddoppiarle) e con il rilancio della collegialità delle decisioni, non certo di far decidere, in ultima istanza, ad uno solo (anche se si chiama Romano Prodi). Non vorrei proprio riconsegnare l’Italia al centro-destra di Berlusconi, Fini e Bossi!
Cordiali saluti.

Gilberto Volta