L’esercitazione di Pisanu: 141 arresti

Da settembre cominciano le simulazioni di attacchi, intanto partono le retate. Oggi l’udienza di Isaac

Esercitazioni e controlli straordinari. Comincia a suonare la partitura composta dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, che, sempre più allarmato dalla «minaccia terroristica di matrice islamica», ha presieduto nel giorno di ferragosto una riunione del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Assieme al sottosegretario Gianni Letta, e ai vertici delle forze dell’ordine e dell’intelligence, il comitato si è riunito «per fare il punto», dicono al Viminale, «sul rischio attentato, che permane elevato», come sottolineano anche le valutazione del comitato di analisi strategica antiterrorismo. Il punto: «verifica delle iniziative di prevenzione già in essere e delle misure di potenziamento decise dopo i gravissimi attentati del mese scorso». Relativamente alle prime, si sono presi in considerazione i risultati della maxi operazione del 12 e 13 agosto. Una multitask (polizia, carabinieri, guardia di finanza) ha compiuto, infatti, un intervento su tutto il territorio nazionale «mirato ai luoghi di aggregazione islamica»: visitati 7.318 obiettivi (call center, internet point, macellerie islamiche e attività di money transfer), identificate 32.703 persone, effettuati 141 arresti, avviate 701 procedure di espulsione, firmate 325 contravvenzioni. Dietro i numeri da retata ci sono soprattutto reati legati «alla irregolare posizione nel territorio, alla mancata ottemperanza delle richieste di abbandonare il territorio o il reiterato e illegale uso del permesso di soggiorno». In pratica gli straordinari normali problemi degli extracomunitari in Italia. Ma è stata anche l’occasione per applicare la nuova normativa, relativa a documenti falsi e colloqui investigativi, con risultati modesti visto che dei 141 arresti solo due sono da correlare al recente pacchetto. «Non si tratta di una persecuzione – commentano al ministero dell’Interno – ma di `normali controlli straordinari settoriali’». L’operazione è stata commentata anche da Hamza Piccardo, ex segretario dell’Ucoii (unione comunità e organizzazioni islamiche italiane), secondo il quale le norme antiterrorismo rischiano di diventare l’occasione per «erodere dei diritti fondamentali, in cambio di maggiore sicurezza. Il rischio, cioè, è che si configuri un problema strutturale per la democrazia».

Che l’emergenza stia diventando, intanto, una normale condizione per l’Italia lo dimostra anche l’altra misura presa in considerazione dal comitato. Partirà da settembre, infatti, un programma di esercitazioni per « testare i piani di intervento in caso di attacco terroristico, ai fini dell’ordine pubblico, della immediatezza dei soccorsi, della corretta informazione e del tempestivo avvio dell’azione investigativa». Cabina di regia affidata al Viminale, che coordinerà esperti dell’Interno, personale della protezione civile, dei vigili del fuoco e delle prefetture. Anche se, come si sottolinea, «non si tratta di novità assolute», gli uomini saranno impegnati nelle simulazioni di scenari-tipo, come quelli che si sono visti a Londra, a Madrid, a Sharm el Sheikh. E anche i posti scelti come sfondo per le esercitazioni sono le note metropolitane, i noti aeroporti, le note stazioni ferroviarie, i noti luoghi affollati. Previsti, poi, anche delle simulazioni da pericoli Nbcr: nucleare, biologico, chimico e radiologico.

Al termine dell’incontro il ministro Pisanu ha inoltre firmato i primi decreti di attuazione della nuova legge antiterrorismo, sul cui «rendimento complessivo riferirà in autunno alle camere», per valutare anche se esiste la necessità di adottare ulteriori «eventuali correttivi».Intanto «una relazione dettagliata in parlamento» la chiede Paolo Cento dei Verdi, secondo il quale «nei dati forniti a ferragosto dal ministro Pisanu vi è un eccesso di propaganda: su questa materia c’è bisogno di chiarezza».

Oggi intanto è prevista l’udienza di estradizione di Hamdi Issac, l’etiope arrestato a Roma e sospettato di essere uno dei responsabili dei falliti attentati di Londra dello scorso 21 luglio. Le autorità britanniche spingono per una «consegna incondizionata», ma la procura generale della corte d’Appello di Roma sembra invece essere orientata per una estradizione temporanea.