L’Eritrea sotto minaccia

Traduzione di l’Ernesto online

*Il blog «Atlas alternatif», diretto da Frédéric Delorca, si propone dal 2006 di offrire un contributo collettivo (42 collaboratori) al servizio della critica del dominio dei grandi gruppi industriali, finanziari, mediatici e degli Stati occidentali nel mondo e a sostegno dell’iniziativa, sul piano internazionale, delle forze progressiste antimperialiste
Da poco l’Eritrea, paese politicamente “non corretto” del Corno d’Africa ha festeggiato i 20 anni della sua indipendenza. Per l’occasione il presidente ha ricevuto le felicitazioni di diversi paesi, particolare del Qatar… e della Bielorussia (come rivela il sito Dehai.org).

Ma l’anniversario è stato segnato anche da nuove minacce di ingerenza straniera.

Infatti, il nemico dichiarato dell’Eritrea, il capo del governo etiope (pesantemente armato dagli Occidentali e da Israele) Meles Zenawi ha dichiarato apertamente il 4 aprile che intende “aiutare il popolo eritreo a rovesciare il regime dittatoriale” che lo governa. Egli accusa Asmara, in alleanza con l’Egitto, di finanziare il Fronte di Liberazione di Oromo sul suo territorio e le milizie islamiste Shebab in Somalia, nel quadro della vasta battaglia che si sta svolgendo per il controllo del bacino del Nilo. Il partito di opposizione eritreo Movimento democratico di liberazione degli Eritrei Kunama si è rallegrato per questa dichiarazione. Otto giorni più tardi, anche il ministro etiope della Difesa ha parlato del rovesciamento con la forza del governo di Asmara (mentre una guerra tra i due paesi ha già fatto 80.000 morti).

Inoltre, dal 2009 l’Eritrea è sotto il peso di sanzioni internazionali (congelamento degli averi finanziari, restrizione dei visti per le personalità ufficiali, embargo sulla vendita di armi) a causa del suo sostegno alle milizie somale. Una ONG filo-eritrea con base negli Stati Uniti (Erithrean Americans against unjust Sanctions) in un recente rapporto indirizzato rivela la storia dell’ostilità dei britannici e degli americani nei confronti dell’Eritrea dall’epoca coloniale, della loro presa di posizione filo-etiope, e illustra nel dettaglio le informazioni menzognere – secondo loro – che avrebbero indotto l’ONU a credere a un’ingerenza eritrea in Somalia per legittimare le sanzioni.

Un incidente ha ancora aggravato le relazioni tra Asmara e gli Occidentali.

Nel dicembre scorso quattro uomini pesantemente armati di nazionalità britannica sono stati arrestati nelle acque territoriali dell’Eritrea. Almeno uno di loro lavora per “Protection Vessels International”, una compagnia britannica di protezione delle navi in mare. Questi arresti avvelenano le relazioni con Londra, poiché Asmara rifiuta loro la protezione consolare. Londra ha assunto, a titolo di rappresaglia, misure contro i diplomatici eritrei.

Il presidente eritreo Isaias Afewerki non si è lasciato impressionare più di tanto. L’8 maggio 2001 in un’intervista alla catena televisiva di Stato Al-Shorooq non ha esitato a denunciare la secessione del Sud-Sudan come il risultato di un’ingerenza occidentale (nel momento in cui un conflitto si sta sviluppando tra i due Sudan attorno alla regione petrolifera di Abyei). Egli ha pure criticato l’accordo di pace imposto dalle potenze straniere nel Darfur e ha lanciato un appello ai sudanesi del nord a restare uniti e a regolare questo conflitto tra loro. Per limitare gli effetti dell’ingerenza internazionale, il ministro eritreo delle finanze ha annunciato che per parte sua limiterà i programmi di aiuto dell’ONU nel paese allo stretto necessario – dal momento che molto di questo programmi sembra controproducente – e controllerà tutte le relazioni delle agenzie dell’ONU con cittadini eritrei.

Malgrado le difficoltà politiche, l’Eritrea, paese molto povero, quest’anno continua comunque ad essere il quarto paese per tasso di crescita in Africa.