Le tute blu di nuovo in piazza per il contratto

URGENZA – Altro che 30,43 o 50 euro, altro che discorsi alle platee plaudenti sull’effettiva necessità di intervenire a sostegno dei redditi più bassi d’Europa: i metalmeccanici reclamano il rinnovo del loro contratto di lavoro, cioè lo strumento naturale per adeguare le buste paga.
Per questo venerdì tornano in piazza in tutta Italia e fermano le attività delle fabbriche per altre otto ore. Dopo lo stop di una giornata del 30 ottobre, dunque, Fiom Cgil, Film Cisl, Uilm e anche l’Ugl chiamano i lavoratori a una nuova protesta per sollecitare gli imprenditori a sbloccare la trattativa per il rinnovo del contratto, che si trascina lentamente su posizioni piuttosto distanti. Come spiega il leader della Uilm, Tonino Regazzi, è necessario «un cambio di atteggiamento da parte di Federmeccanica, che imprima una svolta per la conclusione di questa vertenza». Le distanze maggiori riguardano proprio gli aspetti economici, cioè gli stessi che hanno indotto molte aziende (Fiat per prima) a concedere poche decine di euro ai propri dipendenti sotto la voce “vacanza contrattuale”. I sindacati chiedono un adeguamento di 117 euro, con l’aggiunta di 30 euro per chi non può beneficiare della contrattazione di secondo livello. Ma Federmeccanica respinge e non avanza una controfferta formale, ma lascia intendere che si fermerebbe molto lontano da quelle cifre. Eppure un’indagine della Fiom spiega chiaramente che se nel complesso le retribuzioni continuative lorde per dipendente metalmeccanico nelle grandi imprese hanno mantenuto il potere d’acquisto rispetto all’inflazione ciò non è avvenuto per gli operai. Tra il 2000 e il 2007 le retribuzioni medie dei dipendenti del settore sono aumentate del 19,3% ma se gli stipendi degli impiegati sono cresciuti del 19,8% quelli degli operai si sono fermati al 15% contro un aumento complessivo dei prezzi del 17%. Il dato per gli operai metalmeccanici è inferiore a quello di crescita dell’industria manifatturiera (18,1%) ma superiore a quello dell’intera economia (9,9%). Le retribuzioni dei metalmeccanici, però, risultano negli ultimi due anni in netta ripresa rispetto ai cinque anni precedenti grazie agli aumenti erogati con il rinnovo del contratto nel 2006 che andavano oltre l’inflazione programmata.