Del lungo intervento presentato alla conferenza dei PC di Atene dal rappresentante del Partito Comunista del Tagikistan, proponiamo la traduzione della parte relativa all’analisi dei processi di integrazione in corso nello spazio post-sovietico ed al ruolo positivo che essi possono esercitare ai fini dello sviluppo di una resistenza alla globalizzazione imperialista.
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Cosa possono contrapporre i comunisti (dell’ex URSS, nota del traduttore) alle tendenze dell’attuale globalizzazione? Alle tendenze della globalizzazione capitalista i comunisti possono e devono contrapporre la concezione alternativa dell’integrazione reciprocamente vantaggiosa su basi volontarie. Tale integrazione, a nostro giudizio, si presenta come un processo di avvicinamento e di saldatura delle sfere politiche, economiche, sociali, culturali dei diversi paesi mediante la loro interazione e l’instaurazione di una solida collaborazione e interdipendenza in un organismo comune della vita sociale. Un primo esperimento, che a suo tempo ebbe successo, di tale forma di unita e integrazione venne realizzato nell’URSS e nei paesi del socialismo, nell’ambito del Comecon.
Attualmente la forma più importante e perfezionata di integrazione potrebbe essere quella dello spazio post-sovietico, un’integrazione non solo culturale, ma anche economica e politica. Tale processo di integrazione è stato avviato dall’Unione tra Belarus e Russia, che dovrebbe rappresentare un esempio di mantenimento delle peculiarità e delle particolarità storiche dei popoli, dell’indipendenza economica e dell’autonomia politica degli stati. Essa sta procedendo in modo non semplice, e sul suo cammino vengono interposti artificiosi ostacoli. Ma non esiste un’altra alternativa di integrazione dello spazio post-sovietico.
Dopo il dissolvimento dell’URSS nel mondo è stato instaurato un nuovo ordine. La sicurezza stessa del mondo e la sua stabilità sono diventate più vulnerabili. L’America, fidandosi della propria infallibilità, dopo le operazioni in Jugoslavia e in Afghanistan, ha invaso i propri alleati l’Iraq, dove oggi si è sviluppata una guerra civile su vasta scala. Gli USA proseguono nel loro tentativo di instaurare la loro esclusiva presenza in regioni strategiche del mondo, dichiarando zona di interesse nazionale territori direttamente confinanti con le frontiere della Russia.
In Russia è sempre più evidente la consapevolezza che gli avvenimenti che hanno destabilizzato nello spazio post-sovietico paesi della CSI, come la Georgia, l’Ucraina, la Kirghizia, l’Uzbekistan, l’Azerbaigian, i tentativi in atto di destabilizzazione della situazione in Bielorussia hanno come obiettivo diretto anche la Russia, allo scopo di infliggere un colpo ai suoi interessi nazionali.
In risposta all’allargamento dell’UE e della NATO, che ha prodotto un nuovo spazio geopolitico, prende forza il processo di avvicinamento e unificazione delle ex repubbliche dell’URSS in strutture di integrazione: l’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (ODKB) e la comunità economica Euro-Asiatica (JevrAzes), che coordinano gli sforzi in difesa degli interessi comuni nello spazio post-sovietico e nel mondo.
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