Le spinte fasciste di An e Lega

Nelle settimane finali della legislatura, in modo assai netto, è emerso il volto più autoritario di questo governo e della maggioranza. Diciamo pure che si sono manifestate in modo aperto le spinte di tipo fascista che animano il centrodestra. Queste spinte hanno prodotto la legge che riconosce il diritto a uccidere per difendere la proprietà privata (imposta dalla Lega), e nei prossimi giorni porteranno al varo della legge-Fini, quella che organizza la caccia ai consumatori di spinelli e autorizza la persecuzione contro di loro.
Accanto a questi provvedimenti possiamo collocare anche la legge Bossi-Fini, approvata all’inizio della legislatura, cioè quella contro gli immigrati, che peggiora largamente una normativa precedente che già era pessima, xenofoba e un po’ schiavista (su questi temi esageriamo forse nell’uso delle parole; a volte serve, specie di fronte all’eccesso di freddezza della quasi totalità dei giornali e delle Tv). Come si concilia il liberalismo speciale di Berlusconi – liberista in economia e un po’ “illegalista”, più che garantista, in politica – con le leggi forcaiole e con le tendenze fasciste di An e della Lega? La destra italiana non ha mai chiuso i conti con il passato: le sue radici storiche – l’esperienza del fascismo – condizionano profondamente la sua politica.
La tentazione autoritaria sta nel Dna di alcune sue componenti. Sia quelle classiche, e cioè An, il cui gruppo dirigente è quasi tutto di formazione post-mussoliniana, sia quelle moderne, leghiste, che mischiano una certa componente popolare – formalmente e storicamente antifascista – con il sentire profondo, reazionario e razzista, della maggioranza dei suoi elettori e di quasi tutto il suo gruppo dirigente. Questo nucleo di pensiero reazionario e autoritario si è giustapposto a Berlusconi e lo ha condizionato profondamente, ancorando a destra il suo “sovversivismo”, e impedendo uno sviluppo liberale del suo movimento. E’ uno dei punti più deboli del berlusconismo. Su questo piano Berlusconi ha dovuto pagare prezzi altissimi. E’ curioso che l’opinione pubblica di centrosinistra se ne sia accorta sempre molto poco. Preoccupatissima delle leggi ad personam (espressione di un liberalismo spesso corrotto) e alquanto indifferente ai provvedimenti di ispirazione fascista. Perché è importante ragionare su queste cose? Per evitare il rischio di credere che dal centrodestra, una volta sconfitto Berlusconi, si possa raccogliere qualcosa di buono. Non è così. La parte peggiore dell’alleanza forse è proprio quella rappresentata dagli alleati di Berlusconi. Eppure anche in settori molto attenti e navigati della sinistra italiana (per esempio i Ds) questa idea non è molto chiara, tanto che si fa strada l’ipotesi di un recupero – lo abbiamo letto in questi giorni su vari giornali – della Lega di Bossi.