Le reazioni dei sindacati nel mondo

La preoccupazione delle Commisiones Obreras spagnole e della Cisl internazionale (come del resto della Cgil), la condanna dei sindacati sudafricani, il pieno e prevedibile appoggio all’azione militare americana da parte dell’Afl-Cio, la centrale sindacale Usa. Queste le prime reazioni sindacali allo scoppio del conflitto nei cieli di Kabul. Le organizzazioni del lavoro si interrogano su questa guerra, sulle sue possibili conseguenze, sugli scenari che si aprono.

La Cisl internazionale (Icftu) si è appellata alla coalizione militare guidata dagli Stati Uniti affinché “l’azione bellica sia concentrata esclusivamente su obiettivi collegati direttamente alle reti terroristiche, in modo che non siano fatte vittime tra i civili”. La Cisl internazionale ha anche espresso la propria preoccupazione per i “rischi” che potrebbero conseguire dal “prolungamento e dall’estensione del conflitto”. Facendo appello alla comunità internazionale affinché i profughi afghani non siano abbandonati a se stessi, l’Icftu, attraverso le parole del suo segretario generale Bill Jordan, ha inoltre sottolineato la necessità di colpire con maggiore energia le leve finanziarie del terrorismo internazionale.

Le CC.OO (Commisiones Obreras) spagnole esprimono invece la loro “grande preoccupazione per la possibilità che le azioni militari inneschino un ampio conflitto bellico dalle conseguenze politiche ed economiche imprevedibili, e creino una situazione in cui diritti e libertà individuali possano essere violati”. Per il sindacato spagnolo è fondamentale che il conflitto non assuma i contorni di uno scontro tra l’Occidente e il mondo arabo e musulmano e che la questione israelo-palestinese sia affrontata e risolta “nel pieno rispetto e riconoscimento dei diritti del popolo palestinese”.

Pieno appoggio all’operato del proprio governo viene invece dall’Afl-Cio. “Appoggiamo l’azione militare aggressiva ma ponderata lanciata dal presidente Bush”, ha dichiarato John Sweeney, presidente dell’Afl-Cio. Per Sweeey Bush “ha dimostrato un’enorme dose di pazienza nel costruire una coalizione mondiale contro il terrorismo” ed è da elogiare per la decisione di “attaccare solo obiettivi militari in Afghanistan”. Il presidente dell’Afl-Cio ha anche fatto appello al Congresso degli Stati Uniti perché venga in aiuto dei lavoratori americani danneggiati dalle conseguenze del terrorismo, in particolare degli addetti dell’aviolinea licenziati dalle compagnie aeree.

Fuori dal coro la voce del Cosatu, la Confederazione dei sindacati sudafricani, che ha condannato l’attacco all’Afghanistan. “Se gli attacchi possono sembrare giustificati sul piano logico – si legge nel comunicato sindacale -, dal punto di vista del Cosatu non fanno che accrescere il circolo vizioso della violenza. Preoccupa che gli Stati Uniti abbiano accelerato l’attacco all’Afghanistan senza prima avere convinto il mondo della colpevolezza di Osama Bin Laden e dei suoi seguaci”. Per il Cosatu un ruolo centrale nelle attuali vicende internazionali dovrebbe essere svolto dall’Onu, non dagli Usa (la cui mediazione in Medio Oriente è giudicata “discutibile”).

Anche il Cosatu manifesta preoccupazione per la “spirale di violenza” che l’attacco all’Afghanistan potrebbe causare, nonché per le conseguenze economiche a livello mondiale che danneggeranno prima di tutto i paesi poveri. Per questa serie di motivi il sindacato sudafricano auspica che si facciano “campagne a lungo termine e concertate contro il terrorismo, non azioni militari in cerca di una soluzione immediata”.

(10 ottobre 2001)