«Le radici del terrorismo pakis»

INTERVISTA
L’analista Raman: un cammino che parte dalla Bosnia

Londra, Washington e Islamabad: sono tre i governi che in modo diverso hanno alimentato il terrorismo di origine pachistana, secondo l’indiano B. Raman. Un passato da funzionario dell’antiterrorismo di Nuova Delhi, collaboratore di AsiaTimes e direttore del Centro di studi tropicali, Raman è uno dei più noti esperti di terrorismo del suo paese. L’origine pachistana di tre sospetti attentatori di Londra, osserva, non dovrebbe sorprendere: «Si sarebbe potuto prevedere: la radicalizzazione della gioventù britannica di origine pachistana è cominciata a metà degli anni `90 con la piena conoscenza e complicità della agenzie di intelligence americana e britannica».

Com’è stato possibile?

Secondo stime affidabili, nel decennio passato circa 200 musulmani di origine pachistana residenti nel Regno unito si sono recati in Pakistan, sono stati addestrati nei campi dell’Harkat-ul-Ansar (Hua) per poi riunirsi al contingente di questa organizzazione in Bosnia. Le intelligence di Washington e Londra hanno allestito un vasto corpo di terroristi jihadisti per aiutare i mujahedin bosniaci nella loro lotta contro i serbi. In quegli anni, infatti, gli arabi della stagione afghana avevano già iniziato a creare scompiglio nel mondo. Per evitare il ricorso agli arabi in Bosnia, i servizi di Usa e Regno unito si rivolsero perciò ai pachistani, in particolare a quelli residenti nel Regno unito e in altri paesi dell’Europa occidentale. Cominciò in questo modo la radicalizzazione della gioventù musulmana di origine pachistana in Europa.

Eppure i presunti terroristi di Londra appartengono a un’altra generazione, sono più giovani dei combattenti di Bosnia e Afghanistan…

Certo, ma la generazione di jihadisti delle stagioni afgana e bosniaca ha motivato, ispirato e addestrato l’attuale generazione di giovani e li hanno inviati a compiere le loro missioni suicide. Bin Laden, Al-Zawahiri e Abu Musab Al-Zarqawi provengono dalla campagna afgana. Omar Sheikh proviene dalla campagna di Bosnia.

Perché nelle sue analisi accusa il governo pachistano di non contrastare i gruppi terroristici che operano sul suo territorio?

Il governo pachistano è pienamente consapevole che in diverse parti del paese vengono addestrati terroristi per la jihad. I campi d’addestramento sono stati allestiti da differenti organizzazioni jihadiste pachistane che fanno parte Fronte Islamico Internazionale di Osama bin Laden, come l’Harkat-ul-Mujahideen (Hum, ex Hua), l’Harkat-ul-Jihad-al-Islami (Huhji) e il Jaish-e-Mohammad (Jem). I rapporti sulle indagini di Londra, inoltre, puntano il dito contro il gruppo separatista del Kashmir Lashkar-e-Toiba (Let) e il Jamaat-ul-Fuqra (Juf) con base a Lahore. Fonti pachistane indicano infatti che Shehzad Tanweer, uno dei sospetti attentatori, è stato addestrato in due campi del Let vicino Lahore, mentre il quarto sospettato di origini giamaicane, Lindsey Germaine, è collegato al Juf, gruppo che recluta militanti negli Usa e nei Caraibi.

Si tratta degli stessi gruppi che assassinarono il giornalista americano Daniel Pearl?

Mentre guardavo in tv la Bbc che trasmetteva la notizia che la polizia britannica aveva identificato Germaine come uno dei responsabili degli attacchi di Londra, non ho potuto fare a meno di pensare a Daniel Pearl, il giornalista del Wall Street Journal. Pearl fu rapito e brutalmente ucciso da terroristi jihadisti appartenenti all’Hum e all’Huji all’inizio del 2002. L’assassinio di Pearl fu orchestrato da Omar Sheikh, che aveva studiato per qualche tempo alla London School of Economics prima di unirsi a un contingente dell’Hua durante la guerra in Bosnia. Il contingente era stato inviato dall’allora primo ministro Benazir Bhutto su richiesta dell’amministrazione Clinton e annoverava un gran numero di musulmani britannici d’origine pachistana. Sheikh è stato processato in Pakistan insieme con altri complici e condannato a morte. L’appello contro la sentenza, non eseguita, è ancora pendente. Nel frattempo, Sheikh prosegue le sue attività dal carcere come quando era in libertà e il Juf, non ostacolato dalle autorità pachistane, continua a reclutare volontari negli Usa e nei Carabi: li porta in Pakistan e li addestra per poi rispedirli nei loro luoghi di origine.

Lettera*