Lavoro, sindacati in campo per la sicurezza

Strage. Purtroppo il tragico inizio del 2007, che in meno di dieci giorni ha già visto 26 morti bianche (ieri l’ultima vittima a Mantova, un operaio albanese di 50
anni), non ha colto di sorpresa Cgil, Cisl e Uil, che oggi si riuniscono a Roma per discutere di salute e sicurezza sul lavoro in un’assemblea generale in preparazione da mesi.
La quasi totalità degli infortuni sul lavoro – afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità – è statisticamente prevedibile, quindi prevenibile. Per questo i sindacati italiani hanno deciso un’iniziativa a tutto campo per arginare la continua serie d’incidenti che nel 2006 ha portato a 1.300 decessi e ad oltre un milione di infortuni. Senza contare i 200mila che secondo l’Inail non sarebbero stati denunciati perchè accaduti a lavoratori in nero, e le segnalazioni sempre più frequenti di infortuni che vengono denunciati come malattie o incidenti domestici e stradali.
E la tendenza è al rialzo, come dimostrano i dati diffusi dalla Fillea Cgil: nel 2006 i morti sul lavoro in edilizia sono stati 258, con una crescita del 35% rispetto ai 191 del 2005. Quello appena trascorso è stato il peggiore degli ultimi quattro anni, con punte di drammaticità tra gli immigrati: gli stranieri deceduti in cantiere sono stati 42 (più 16% rispetto ai 36 del 2005), mentre la presenza di extracomunitari nel settore delle costruzioni è in continuo aumento, arrivando in alcune realtà al 50-60% della forza lavoro. Ma si tratta degli addetti meno pagati ed inquadrati ai livelli più bassi.
La situazione assume sempre più i contorni dell’emergenza. Così Cgil, Cisl e Uil presenteranno una piattaforma organica da confrontare con governo, parlamento, enti locali ed organizzazioni datoriali per chiedere una svolta forte che porti il lavoro e le condizioni di sicurezza al centro del dibattito politico e delle scelte imprenditoriali.
«Il primo nodo da affrontare – spiega Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil – è quello della qualità dello sviluppo: il mondo produttivo non può limitarsi a competere sui costi, ma deve fare ricerca ed innovazione. Quindi serve anche una crescita dimensionale delle imprese. Urgono poi interventi normativi negli ambiti in cui più alto è il numero degli incidenti, vale a dire il lavoro in nero, precario ed immigrato». Determinanti sono anche la formazione, «non limitata ai lavoratori, ma che coinvolga datori di lavoro e progettisti», e l’organizzazione del lavoro «per tutto ciò che concerne ritmi, turni, carichi ed orari». Senza dimenticare la modifica del sistema di appalti e subappalti, la revisione delle tabelle delle malattie professionali e l’aumento delle pensioni Inail per gli infortunati e i familiari dei deceduti.
L’ordine del giorno della conferenza – a cui parteciperanno i tre segretari generali Epifani, Bonanni, Angeletti ed esponenti del governo e delle associazioni datoriali – è fitto ed impegnativo, come diffusa e incisiva sarà l’azione del sindacato per la ripresa nel territorio di contrattazioni, piattaforme e vertenze sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Un tema che colpisce per la sofferenza umana che comporta, ma che implica anche un pesante bilancio economico: secondo stime dell’Inail, la mancata prevenzione degli infortuni sul lavoro costa al sistema Paese oltre 40 miliardi di euro all’anno.