Per Romano Prodi sono dei «martiri». Ma il nobile aggettivo utilizzato dal presidente del Consiglio, con riferimento alla tragica sequenza di incidenti sul lavoro, non rende più accettabile una strage indegna per un paese civile. Anche ieri due vite umane sono state sacrificate sull’altare del profitto e della produttività. A Roma un operaio rumeno di 44 anni è rimasto schiacciato da un blocco di cemento in un cantiere edile nel quartiere periferico di Torre Angela. Sono già 5 le vittime di incidenti nel Lazio dall’inizio del 2007 nel settore dell’edilizia. «Servono subito nuovi ispettori del lavoro – grida Sandro Grugnetti, segretario regionale della Fillea Cgil – non c’è più tempo per decidere. Occorre inoltre aumentare la vigilanza nel sistema degli enti paritetici». Ma la mancanza di sicurezza è un’emergenza nazionale. Sempre ieri un altro operaio è morto folgorato in un cantiere dell’aquilano: l’uomo era a bordo di una betoniera quando il mezzo meccanico ha toccato un cavo elettrico. Non ce l’ha fatta Michele Abaci, un artigiano di 69 anni deceduto la scorsa notte all’ospedale fiorentino di Careggi dove era stato ricoverato in seguito alla caduta da un capannone situato nel comune di Serravalle Pistoiese.
E’ invece rimasto ferito in maniera grave un lavoratore di 47 anni, B.L., colpito al volto da un gancio in acciaio. L’infortunio si è verificato alla C.S.P. Prefabbricati di Ghisalba, nella Bassa Bergamasca. C’è anche chi si è fratturato il femore il primo giorno di lavoro cadendo da una impalcatura: è accaduto nella zona di Secondigliano, a Napoli. La caduta da una scala è costata la frattura del bacino a un operaio di 55 anni che stava tinteggiando la facciata di una abitazione a Taormina, in provincia di Messina.
Disgrazie? Fatalità? Certamente no, soprattutto se si tiene conto del fatto che molte imprese italiane considerano la sicurezza come un costo aggiuntivo di cui farebbero volentieri a meno. I dati diffusi ieri dal ministero del Lavoro sono allarmanti: su 150.766 aziende ispezionate nel 2006, 69.225 (vale a dire il 45,9%) sono risultate irregolari. In particolare, 85.218 sono stati i lavoratori trovati in situazione irregolare e 37.736 quelli totalmente in nero, mentre ammonta a un totale di 258.050.504 euro il recupero di contributi evasi.
Una operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Avellino, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro, su oltre 200 imprese edili ha portato alla denuncia di 102 persone. Sono stati sequestrati 80 cantieri dove sono state riscontrate varie irregolarità (assenza di protezione degli scavi; carenze di protezioni da cadute, parapetti, cinture di sicurezza oltre all’impiego di manodopera irregolare, clandestina o di lavoratori-bambini).
Il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo, invita a distinguere le aziende virtuose da quelle che non lo sono. «Confindustria – assicura Montezemolo – è impegnata in prima fila su un problema che è un problema del Paese, ci sono molte aziende in regola ma purtroppo – ammette – c’è una grande parte delle imprese che non hanno strutture e non hanno vere regole del gioco». Da qui l’appello a «passare dalle parole ai fatti, aumentare i controlli e reperire le risorse perchè i controlli siano effettivi e fare emergere le situazioni che sono fuori dal controllo ad esempio nei mondi dei subappalti». Ieri il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, è tornato a chiedere l’«approvazione rapida della legge delega» sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. «Pieno appoggio» alle richieste giunte a Prodi da Cgil, Cisl e Uil è stato espresso dal senatore del Prc Stefano Zuccherini: «I sindacati chiedono ulteriori fondi per garantire l’attività ispettiva ed è quello che sosteniamo anche noi».
Gran merito della rinnovata attenzione sul tragico calvario di morti sul lavoro va al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto più volte per sollecitare governo e Parlamento. Non a caso quest’anno, fra gli invitati alla tradizionale cerimonia che si terrà al Quirinale per celebrare la Festa del primo maggio, ci saranno alcuni familiari delle vittime di incidenti sul lavoro.
Nel frattempo sono già più di mille le adesioni raccolte dalla petizione on-line lanciata da sei assessori regionali con delega al Lavoro, (Corrado Gabriele per la Campania, Alessandra Tibaldi per il Lazio, Maddalena Salerno per la Sardegna, Nino De Gaetano per la Calabria, Marco Barbieri per la Puglia e Sante Formica per la Sicilia), per proporre al Governo Prodi di destinare 100 milioni di euro, provenienti dalle nuove entrate, per assumere mille nuovi ispettori del lavoro.