Sono decisamente maschili, i connotati del lavoratore interinale.
E’ giovane (ha meno di 30 anni), è maschio, è occupato in prevalenza nel settore industriale e nel 99% dei casi svolge lavori manuali. L’identikit è stato disegnato nella prima ricerca nazionale sul lavoro interinale che Isfol e ministero del Lavoro stanno svolgendo sui dati raccolti presso i Centri per l’impiego. Tali dati, ancora provvisori, sono stati presentati oggi a Roma nell’ambito del Forum della Pubblica Amministrazione.
Stando al rapporto, le donne ricoprono meno del 30% delle circa 10mila missioni rilevate fino ad oggi. Un dato che in parte si rispecchia nel fatto che le donne rappresentano il 37% degli occupati nel nostro paese e il 48% degli ingressi nel mercato del lavoro.
Tornando alla ricerca curata dall’Isfol, risulta che più della metà delle missioni vengono prorogate almeno una volta. Evidente anche la prevalenza delle classi giovanili: circa i 2/3 delle missioni sono effettuate da giovani con meno di 30 anni, 1/4 da soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni.
Come detto, il lavoro interinale appare fortemente connotato da mansioni a contenuto manuale: infatti l’85% degli uomini viene impiegato come operaio nel settore dell’industria; per le donne tale sproporzione è meno marcata, dal momento che circa un 20% svolge attività di tipo impiegatizio (amministrative, centraliniste, addette al data entry) e quasi altrettante sono occupate in lavori non manuali di servizio (commesse, cassiere, addette alle attività di vendita).
Un dato interessante riguarda il forte impiego di immigrati: quasi il 20% delle missioni. Rispetto ai lavoratori italiani, questi sono prevalentemente adulti (60% contro il 28%), in maggioranza uomini (quasi il 90% delle missioni) e impiegati per attività di brevissimo periodo.
La durata media delle missioni è di 43,6 giorni; più del 60% non supera i 30 giorni e quasi 1/3 è inferiore alla settimana. Proroghe e avviamenti hanno durata simile; questi ultimi costituiscono il 65% delle missioni rilevate.
Le imprese ricorrono al lavoro interinale prevalentemente per sostituire lavoratori assenti o per ricoprire qualifiche normalmente non utilizzate. Vista la durata delle missioni e delle proroghe, si stima che il volume effettivo dell’interinale nel 2000 sia stato di 50, 60 mila occupati.
(11 maggio 2001)