Ieri il Senato ha approvato le Industrial relations laws, che ridisegnano il sistema contrattuale del paese. Con questo atto, il governo australiano ha coronato l’attacco probabilmente più ampio e determinato al movimento sindacale nel mondo industriale avanzato. I conservatori governano ininterrottamente dal 1996 e, sotto la guida di John Howard, hanno avviato l’offensiva contro i sindacati immediatamente dopo l’insediamento. Nel `96 è stata approvata una legge, il Workplace Relations Act, che limita le materie incluse negli accordi collettivi. Per garantire la difesa di condizioni di impiego, ottenute con dure lotte, i sindacati hanno dovuto condurre trattative aziendali. Il governo ha poi approvato una legislazione che rafforza la possibilità di stipulare contratti di lavoro individuali, l’Australian Workplace Agreements (Awa). Le associazioni degli industriali – l’Australian Chamber of Commerce and Industry, che rappresenta i piccoli datori di lavoro, e il Business Council of Australia, quella del grande capitale – hanno fatto da apripista per l’introduzione degli Awa. I quali sostituiscono gli accordi collettivi e sono diventati strumenti per sbattere fuori dai posti di lavoro il sindacato, indebolire le tutele sull’impiego ed erodere i diritti.
Il governo stesso, in parte rispondendo alle critiche del Bca e dell’Acci, ha cercato in modo aggressivo di negoziare gli Awa con i dipendenti pubblici. In alcuni casi, e in particolare nel Department of Employment and Workplace Relations, il governo ha impedito ai funzionari pubblici di grado elevato di partecipare ai negoziati sindacali sugli accordi collettivi. Un attacco che ha contribuito a una riduzione significativa dei tassi di sindacalizzazione nel settore pubblico. Il governo ha anche cercato di costringere gli imprenditori privati a porre fine agli accordi aziendali negoziati sindacalmente. La strategia era diretta contro i settori dell’istruzione e dell’edilizia, fortemente sindacalizzati. Gli amministratori delle università sono stati minacciati di vedersi negare l’aumento dei finanziamenti se non avessero osservato le nome draconiane sul lavoro – non ancora promulgate – contenute nel disegno di legge Higher Education Workplace Relations Requirements. I governi statali sono stati costretti a fare lo stesso, offrendo contratti Awa al personale dei college, a seguito della recente approvazione dello Skilling Australia’s Workforce Act.
Ai sindacati del settore edile è stata riservata un’attenzione speciale. Il governo ha speso molti milioni di dollari per condurre una «Commissione reale» che, apparentemente, doveva fare luce sulla corruzione nell’industria. Gran parte delle energie investigative è stata dedicata alla presenza del sindacato nei cantieri. Anche se la Commissione ha scoperto poco che potesse mettere in dubbio l’integrità del principale sindacato presente, il governo ha sostenuto che i risultati della Commissione giustificavano l’approvazione del Building and Construction Industry Improvement Act 2005.
Questa legge mira a estromettere i sindacati dall’industria, limitandone il diritto di accesso ai cantieri, nonché la possibilità di monitorare i termini e le condizioni contrattuali negoziati negli accordi; ivi compreso il rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. La legge istituisce anche una forza di polizia speciale incaricata di regolare e limitare il ruolo dei sindacati nell’industria. Questa forza di polizia può obbligare i lavoratori a collaborare con qualsiasi indagine abbia aperto, senza neppure riconoscere loro il diritto di avere un legale o di tacere.
L’attacco agli edili è stato aggravato da una legge che esclude i «contractors» indipendenti e i lavoratori ingaggiati mediante le agenzie di lavoro interinale dalle tutele fornite da accordi collettivi o aziendali. L’Independent Contractors Act creerà una sottoclasse di lavoratori privi del diritto di fare rappresentare i propri interessi, individuali o collettivi, dai sindacati.
L’apice dell’attacco legislativo è il Workplace Relations Act revisionato, chiamato anche disegno di legge WorkChoices. L’agenda del governo prevede tra l’altro di togliere agli Stati qualunque ruolo nelle relazioni industriali, per massimizzare la sua autorità.
La Commonwealth Industrial Relations Commission sarà incaricata di ridurre la gamma di termini e condizioni di impiego tutelati negli accordi collettivi, imponendo disposizioni che prevedono forme di impiego più flessibili. Presentata dal governo come una «modernizzazione» degli accordi collettivi, la nuova legge costringerà i lavoratori a cercare di assicurarsi le tutele negli accordi aziendali o individuali, e in particolare negli Awa. Questo spazzerà via gli accordi precedenti su paghe, permessi e orari.
L’autorità della Commissione sarà ridotta. La sua competenza nel fissare i salari minimi e le maggiorazioni salariali dei lavoratori occasionali sarà trasferita a una Commissione per una retribuzione equa (Fair Pay Commission), che sarà guidata da uno degli economisti più conservatori d’Australia. La Commissione sovrintenderà all’indebolimento delle tutele contenute negli accordi collettivi, e i suoi poteri arbitrali e di conciliazione verranno limitati. La centenaria pietra angolare del modello istituzionale social-democratico sarà smantellata.
WorkChoices sta in effetti ridisegnando il paesaggio industriale, costringendo i lavoratori a tornare «in prima base» nella lotta per il salario, per le condizioni di lavoro e i diritti. Risolvere le dispute di lavoro sarà più difficile, e sarà rafforzato il diritto delle imprese di imporre il ritorno al lavoro. Le tutele legali contro il licenziamento sono state ridotte,così come il diritto d’ingresso del sindacato nei posti di lavoro. I lavoratori subiranno severe restrizioni nel loro diritto di mobilitazione, mentre il datore di lavoro può chiedere un intervento del tribunale per bloccare l’azione di mobilitazione. Non sorprende, infine, che WorkChoices non preveda alcuna tutela dei lavoratori dalle serrate dei datori di lavoro.
I sindacati hanno chiesto il sostegno delle comunità e delle organizzazioni non governative, riuscendo a unire nel sentimento antigovernativo australiani di ceti diversi. Una campagna che ha portato il governo a gettare milioni di dollari nella propaganda. L’agenda legislativa del governo che culminerà in WorkChoices potrebbe sì essere completata, ma non è affatto chiaro se essa disporrà della legittimità necessaria per la sua applicazione.
Traduzione di Marina Impallomeni