L’assurdo piano dell’Occidente

Fin dal momento in cui le truppe siriane sono state costrette a lasciare il Libano, nel paese si è determinato un vuoto di potere. Gli occidentali pensavano che sarebbero stati loro a riempirlo, con Israele comeagente;mac’era un ostacolo, gli Hezbollah, che già inuna precedente occasione avevano sconfitto gli israeliani. Aspettiamo il momento giusto e poi spazziamoli via, pensavano a Gerusalemme, e se i libanesi si innervosiscono, ributtiamo le responsabilità delle distruzioni sugli Hezbollah, così da farli diventare odiati e impopolari nel loro stesso paese. Anche un wargame su un computer del Pentagono avrebbe dato suggerimenti migliori. Il piano adesso si è ritorto in modo sensazionale sui suoi ideatori. Una scossa Condoleezza Rice, vistasi rifiutare l’ingresso in Libano da un governo cheWashington considerava «suo», ha dovuto organizzareuna «pausa temporanea » nei bombardamenti. Forse hanno bisogno di più bombe da bunker per uccidere altri innocenti, o forse hanno realizzato che la popolarità di Nasrallah ha raggiunto un picco senza precedenti nelmondoarabo – i suoi ritratti sono portati in giro nelle manifestazioni per le strade del Cairo insieme a quelli di Nasser. Ci sono state massicce dimostrazioni anche in Giordania e persino il premier- fantoccio iracheno si è sentito in obbligo di denunciare Israele durante una sua visita negli Usa, guadagnandosi critiche tanto dai repubblicani quanto dai democratici: come ha osato? non sarebbe al posto in cui sta se non fosse per noi, allora perché mai vuole impedire che qualcuno come lui sia messo a capo del Libano? Il motivo è semplice: gli iracheni sono più inquieti di prima e Moqtada al Sadr vuole aprire immediatamente un secondo fronte in Iraq. Così il «premier» e il grande ayatollah Sistani devono denunciare gli israeliani, anche se sono attenti ad evitare qualsiasi critica verso la potenza occupante. Mentre la macchina da guerra israeliana continua a infliggere unapunizione collettiva al popolo libanese, il massacro diCana e la pianificata, sistematica distruzione delle infrastrutture sociali del paese hanno indotto alcuni predecessori del premier inglese a rivolgere qualche timida critica a Blair. Mail fatto che la parola «sproporzionato » sia considerata inaccettabile nella cultura politica inglese la dice lunga sullo stato di quel paese. Non c’è stata neancheuna dimissione dall’insanguinato governo laburista; nessun serio tentativo di convocare una conferenza straordinaria del partito per liberarsi del premier e sostituirlo con il portavoce di una politica diversa. Il resto dell’Europa è poco diverso. I tedeschi appoggiano Israele; il centrosinistra italiano è debole e la conferenza di Roma ha simboleggiato la sua impotenza; Zapatero in Spagna è l’unico che ha indossato una sciarpa palestinese e ha condannato le azioni israeliane. Mentre questo è lo stato della politica ufficiale, la gentemostra di essere invece contro la continuazione della guerra in Iraq, contro l’aggressione israeliana al Libano, contro la subordinazione alla Casa bianca. Il ghetto di Gaza è sotto assedio; il Libano è tramortito, fumante e furioso; il segretario generale dell’Onu si scusa con Israele per averla criticata a proposito del bombardamento della sede Onu in Libano; e la «comunità internazionale» sta a guardare. Finirà male per i guerrafondai, se i cittadini d’Europa non resteranno silenziosi.