Un sondaggio rivela: quattro persone su dieci non sanno come pagare mutui e carte di credito
NEW YORK Nel mese dello shopping quel che toglie il sonno agli americani non è la scelta dei regali ma il pensiero dei debiti, compresi quelli accumulati il Natale scorso. Quasi la metà, quattro su dieci, degli interpellati per un sondaggio commissionato dall’Associated Press dichiara di non sapere come far fronte al pagamento di mutui e carte di credito. Due su dieci indicano l’indebitamento quale principale motivo di ansia e preoccupazione e sono convinti che nei prossimi cinque anni la loro personale situazione finanziaria non sia affatto destinata a migliorare.
I dati della Federal Reserve, la banca centrale americana, indicano che il totale del credito a scadenza rinnovabile erogato dalle banche, essenzialmente quello delle carte di credito, è passato in cinque anni da 600 a 800 miliardi di dollari. L’incremento tuttavia è servito solo in minima parte a finanziare ulteriormente la spesa per i consumi: quel che accade è che gli americani tendono sempre di più a contrarre nuovi debiti per ripagare quelli precedenti. L’uso del denaro di plastica per un quarto degli interpellati dall’Associated Press non è un segno di praticità o modernità, semplicemente mancanza di contante.
«Ogni anno oltre un milione di persone è costretta a dichiarare bancarotta -spiega Stephen Brobeck, direttore della Federazione americana dei consumatori- Guardando i dati, quello che balza agli occhi è che aumenta non tanto il numero di persone con generici problemi finanziari, quanto quello di chi ha gravi problemi finanziari». Il fatto che la percentuale di possessori di carte di credito che negli ultimi sei mesi non ha pagato puntualmente il minimo importo dovuto sia appena del 10% -spiegano gli economisti- non deve trarre in inganno: questo accade soprattutto perché altre linee di credito sono state accese. Negli ultimi anni il costo del denaro ai minimi storici ha facilitato l’indebitamento, ma ora che i tassi d’interesse stanno inesorabilmente aumentando il meccanismo rischia di rivelarsi quello di una bomba a orologeria.
A chiarire ulteriormente il quadro della situazione, l’ultimo rapporto diffuso dalla National Low Income Housing Coalition, secondo cui sta aumentando in modo drammatico il numero degli americani che non riescono a pagare l’affitto e le bollette di casa, nonostante siano impiegati a tempo pieno. Un tetto sopra la testa è diventato un lusso non solo per chi è disoccupato, ma anche per chi guadagna il salario minimo di legge, rimasto invariato dal 1997 a 5,15 dollari l’ora. Solo in quattro delle 3.066 contee degli Stati Uniti il salario minimo basta a pagare l’affitto d’una stanza con bagno e cucina; tre di questi sono in Illinois, uno in Florida, tutti in zone periferiche e degradate. Nella maggior parte delle aree urbane neppure lo stipendio medio, calcolato a livello nazionale in 14 dollari all’ora, basta a pagare l’affitto di casa; e alla faccia della ripresa sbandierata dall’amministrazione Bush, negli Stati Uniti oltre un quarto della popolazione continua a guadagnare meno di dieci dollari l’ora.
Guardando alle ultime statistiche diffuse dal dipartimento al Lavoro Usa, si scopre che nel corso dell’ultimo anno l’incremento medio dei salari è stato pari al 2,6%, mentre quello degli affitti del 2,9 percento. E questa è solo una parte del problema: l’impennata dei costi energetici ha picchiato pesante sulle bollette di casa, al punto che ConEdison, la società elettrica di New York, ha recapitato quelle di dicembre invitando la clientela a contattare i propri uffici in caso di difficoltà, offrendo dilazioni di pagamento.
Lo stress da debiti è diventato materia di studio anche per gli psichiatri, che hanno compilato le loro brave statistiche. I più colpiti sono naturalmente i disoccupati, seguono le minoranze, quindi le persone sposate con figli. Chi ne soffre meno sono le persone sposate, con un titolo di studio superiore e chi ha votato repubblicano alle ultime elezioni. Paul Lavrakas, un ricercatore dell’Ohio State University Center for Survey Research così descrive i sintomi della sindrome da indebitamento: «Mancanza di concentrazione, insonnia, agitazione, attacchi di panico». Gli psicofarmaci in questo caso servono a poco, la miglior terapia è un aumento del reddito.