L’altro simbolo

Roma L’8 dicembre, giorno dell’Immacolata concezione, comincerà a Roma la due giorni degli stati generali della sinistra per decidere il futuro e il simbolo dei quattro moschettieri, Verdi, Pdci, Rifondazione comunista e Sinistra democratica. Sul logo si è già aperta la bagarre: tenere la falce e il martello o no? Le idee non sono chiarissime. I Verdi spingono per un arcobaleno; il Pdci non vuole mollare martello e falce, tutt’al più acconsentirebbe a stilizzarli; la Sinistra democratica di Fabio Mussi, il ministro di Piombino, gioca sulla parola “sinistra” perché un rewind a prima della Bolognina, la svolta Pci del 1989, quando cominciò la metamorfosi iconografica del partito, suonerebbe intempestivo. Quanto a Rifondazione comunista, si è aperto un confronto sul giornale di partito, liberazione, diretto da Piero Sansonetti, e nella migliore delle tradizioni movimentiste sta seguendo vivace dibattito con qualche vaffa dei compagni più intransigenti e ortodossi al direttore, giudicato troppo aperturista. Pure i dirigenti del gruppo dei quattro non sembrano in gran sintonia Marco Rizzo, coordinatore segreteria del Pdci, dice al Foglio: “Noi siamo rimasti ai dettami del Congresso. Io, se fossi un elettore comunista, avrei difficoltà a votare un simbolo senza falce e martello. Eppoi, diciamola tutta, bisogna anche vedere, a partire dal welfare, se questa unità produce qualcosa e se i 150 parlamentari si, faranno sentire”. Paolo Cento, sottosegretario dei Verdi, la vede diversamente: “E’ evidente che la falce e il martello non possono essere il simbolo della nuova formazione. Penso a un logo semplice, la parola sinistra e i tratti dell’arcobaleno, in questo modo ci sarebbero i rifetìflteritì all’Unione e alla pace. Spero che saremo in grado di presentare questo simbolo nuovo ai primi di dicembre”. Di sicuro alla Commissione Bozzetti della Cosa di sinistra-sinistra non stanno perdendo tempo e lavorano giorno e notte a caccia di una scintilla che riassuma la novità senza buttare la rivoluzione. Ne hanno già cestinati parecchi. Il sole che ride? Pochi voti. L’arcobaleno? già messo nel logo dell’Unione e pure nella bandiera della pace. Il quadratino rosso che fa tanto Cgil? Se lo sono beccati i Socialisti di Enrico Boselli e Gianni De Michelis. Qualcuno ha azzardato: “Recuperiamo il Garibaldi del Fronte popolare, quello del 1948”. Lo hanno zittito in un baleno: “Che dici? Quelle elezioni furono un sonoro tonfo”.