L’altra verità su Nassiriya

Una strage che, se non evitata, poteva essere quanto meno limitata nel suo bilancio di sangue. Sì, perché a Nassiriya, il 19 marzo 2003, tra le 19 vittime (17 militari e due civili) dell’attentato contro il quartier generale di Antica Babilonia alcune non morirono per l’effetto diretto del camion bomba scagliato da un attentatore suicida contro la Base Maestrale, ma perché la «riservetta», il deposito di armi dell’esercito, era posto in una posizione insicura, che in caso di attacco nemico avrebbe potuto procurare – come puntualmente si verificò – un’esplosione e tante vittime. Stamattina alle 7.40 andrà in onda (su Rainews24 e Rai3) una nuova inchiesta di Rainews 24, realizzata da Sigfrido Ranucci e a cura di Maurizio Torrealta, nella quale verrà mostrato un documento inedito: un filmato nel quale è possibile vedere la base attaccata e sentire distintamente i colpi impazziti provenienti dalla riservetta che esplodono per una decina di minuti. L’ex maresciallo Domenico Leggiero, responsabile del Comparto difesa dell’osservatorio militare ha mostrato a Rainews 24 delle foto inedite scattate immediatamente dopo la strage, e ha detto che se fossero state rispettate le norme di sicurezza (la santabarbara era troppo vicina all’edificio che ospitava i soldati italiani), probabilmente il numero dei morti non sarebbe stato così alto. Nei corpi di alcuni dei soldati sono stati trovati proiettili appartenenti ai reparti italiani, esplosi in seguito all’attacco suicida. Secondo le norme di sicurezza il deposito di armi doveva essere posto al riparo da eventuali attacchi. Nel corso dell’inchiesta Ranucci ha raccolto la denuncia di alcuni dei familiari delle vittime dell’attentato, indignati per il mancato riconoscimento della medaglia d’oro al valor militare ai propri cari caduti a Nassiriya e soprattutto dal fatto che non stati mai informati sui motivi ufficiali per i quali non è stato assegnato il massimo riconoscimento militare. Dall’inchiesta e dalle interviste all’onorevole Ignazio La Russa e all’ex ministro Maurizio Gasparri (entrambi di Alleanza nazionale) emerge chiaramente che il motivo per cui la medaglia d’oro non è stata assegnata alle vittime di Nassiriya è perché la missione italiana è inquadrata nell’ambito di un intervento umanitario. L’inchiesta «Eroi senza medaglie» è disponibile da oggi anche sul sito www.rainews24.it, dove può essere rivista in ogni momento.