Mantiene il suo sorriso sornione. Ma l’impressione, mentre siede di fianco al segretario dello Sdì Enrico Boselli e al deputato della Sinistra Democratica Valdo Spini è che la decisione sia ormai
maturata. Il vicepresidente del Senato Gavino Angius, ha scelto, e l’assenza alla prima festa della Sd potrebbe essere più di un segnale. Nel suo futuro Angius vede la Costituente Socialista, l’idea di un «partito del Socialismo europeo in Italia», come nel manifesto lanciato giorni addietro proprio con Spini e Boselli. Come, si direbbe, nella mozione presentata all’ultimo congresso dei Ds.
La strada intrapresa dalla Sinistra Democratica, di cui è uno dei fondatori, non lo convince. Quando gli si domanda però se resta nel movimento di Fabio Mussi il tono è pacato. Compare un sorriso: «Resto a fare quello che ho detto», intendendo dire che, pur restando nella Sd, sta lavorando alla costituzione di un soggetto socialista. Non sembra esserci una terza via ad un prossimo divorzio consensuale. «Sd – ammonisce – ha perso una grande occasione per avere un molo ed un profilo autonomo. Più volte ho sollecitato un profilo di autonomia e la scelta coerente di dover lavorare con lo Sdì di Boselli in modo da raggruppare le forze del socialismo europeo per poi confrontarsi con le altre forze della sinistra. Questo – conclude – non è avvenuto».
Ieri, nella sala stampa della Camera, presenti tra gli altri Gianni De Michelis, Roberto Villettì, Ugo Intini, Alberto Nigra e Mauro Del Bue, Boselli, Angius e Spini provano a fornire un’urgenza storica
e politica al nuovo soggetto, puntando il dito sull’evoluzione del Partito Democratico e della Cosa Rossa, e sulle difficoltà del governo schiacciato, questa l’analisi, tra un’ala massimalista e una moderata.
L’orizzonte è quello del Pse, i competitori sono gli altri due soggetti della nuova sinistra italiana. Così Boselli critica: «Non capisco perché la questione posta a Fassino sull’adesione al Pse nel corso del congresso della Quercia, Mussi non l’abbia posta a Bertinotti visto che il Prc non guarda certo al socialismo». Angius rincara: «Il Pd è tutto il contrario di tutto mentre la Cosa Rossa si delinea con un’egemonia del Prc ed ha già una contraddizione tra piazza e governo». Spini rimprovera ai Ds di non essere riusciti ad accogliere, fondendole, le anime del comunismo e del socialismo.
La nuova casa, insomma, serve. Ma come si costruisce? «In poche settimane – confida il segretario dello Sdi Boselli – pensiamo di sciogliere le forze politiche della diaspora socialista e di far nascere un nuovo partito socialista». Spini confida che l’appello è rivolto anche «agli amici della Sinistra Democratica». Angius aggiunge: «Anche ai parlamentari». E sorride. Sulle modalità del nuovo soggetto non si sa molto di più: «Faremo all’opposto del Pd – afferma Angius – e cioè creeremo una forza dal basso, cercando di dare vita ad un movimento che renda protagonisti i cittadini ed i militanti». Il vicepresidente del Senato si premura di smentire quanto scritto dall’Unità ieri: «Mi attribuisce con malizia la futura presidenza dello Sdi. Mi viene da ridere perché è un falso in sé. Insomma, hanno scritto, non so se scientemente o meno, una scemenza. E dunque lasciamo stare». E certo il suo arrivo tra i neo-socialisti sarà tenuto nel dovuto conto.