Considero il Ministro Pecoraio Scanio amico del movimento per l’acqua res publica, amico del Contratto Mondiale sull’Acqua, di padre Alex Zanotelli, di Riccardo Petrella ecc.. Egli ha scritto e presentato in campagna elettorale un libro che si richiama ai principi per i quali ci battiamo.. Contiamo su di lui per bloccare definitivamente i processi di privatizzazione dei servizi idrici nel nostro paese. Il 31 di Dicembre 2006 a norma dell’ex articolo 35 della finanziaria del 2001, cessano gli affidamenti alle società di gestione e queste dovranno conseguentemente andare a gara per far entrare in tutto o in parte il partner privato o scegliere la gestione in house, osteggiata dai privatizzatori dei due poli e resa sempre più di difficile attuazione dalla delega ambientale. I tempi delle scelte governative perciò sono urgenti e determinanti si misurano in settimane… Occorre un segnale della volontà del governo. Infatti molti amministratori di enti locali sono desiderosi di procedere alla privatizzazione, di fare fusioni e progettare poderose multiutility già pronte ai nastri di partenza: Acea Roma, Hera e Meta EmiliaRomagna, Amga Genova, Asm Brescia, Linea Group Lombardia. Se avranno l’alibi per farlo, lo faranno, anzi lo stanno già facendo in Lombardia per esempio…
In questi giorni poi, si riuniranno molti Ato per deliberare a tale proposito e la cosa accelera queste tendenze e tutto nel silenzio dell’Unione…Se non si interviene, l’impegno preso nel programma, di non privatizzare la gestione dell’acqua. verrà praticamente cancellato dal programma stesso. Abbiamo chiesto ai parlamentari dell’acqua di intervenire presso il ministro, di inserire nel decreto di proroga degli atti parlamentari votato ieri al senato, un piccolo emendamento che sancisse la proroga di un anno agli adempimenti della legge. L’emendamento è stato fatto, consegnato ai parlamentari, ma è stato bloccato dal governo. Non conosco le ragioni, so però gli effetti che sta già producendo nei territori. So che alla camera è stato presentato un ordine del giorno che tenta di recuperare l’emendamento. Non è la stessa cosa e non basta. E’ stato predisposto un altro strumento legislativo?, se presentato, sarà sostenuto dal ministro? Ne sarà informata e coinvolta. la società civile? Vorrei che il ministro trovasse la maniera di rispondere a queste domande, non a me ma al movimento del quale lui stesso si sente parte.
Detto questo, voglio aggiungere che ho tanti amici nel governo Prodi, ai quali mi uniscono remote e recenti passioni. Con molti di loro condivido l’impegno di costruire attorno ai beni comuni un nuovo paradigma, qualcosa che non è fatto della sola speranza, ma di convinzione che attorno all’acqua, aria energia terra, conoscenza, si possa ritrovare il «filoperduto», costruire qualcosa di buono, di nuovo e di antico allo stesso tempo, qualcosa che ha a che fare con l’altro mondo possibile che in tanti si vuol costruire. A questi amici e in particolare a quelli che svolgono importanti incarichi di governo, a quelli che dovrebbero costituire i «parlamentari per l’acqua e i beni comuni», va detto con sofferta franchezza che c’è preoccupazione e sconcerto per questo inizio di governo.
Oggi gli argomenti primari della politica sono tre: la strettoia senza fine della guerra permanente nel quale si è infilata l’Italia, in Afghanistan, in Iraq, in Bosnia, in Kosovo;- la precarizzazione del lavoro ovvero la condizione di questa prima generazioni di giovani senza futuro; – la mercificazione universale dei beni fondamentali per la vita e lo sviluppo umano che stanno esaurendosi: l’acqua, l’energia fossile, le foreste; e la politica delle privatizzazioni. L’acqua, non è poi così lontana da questa problematica, basti pensare alle guerre di Israele in Palestina; è materialmente all’ordine del giorno, è intimamente legata alle questione di fondo della fiscalità, dei tagli agli enti locali alla politica economica del ministro dell’economia, del formarsi di un capitalismo dei servizi, di multiutility che governano la politica urbana in tutto il mondo, dall’acqua, ai rifiuti, giù fino ai cimiteri. Su questo i ritardi si accumulano:
Questo governo doveva istituire il Ministero dei Beni Comuni. Non l’ha fatto. Doveva fermare la privatizzazione in atto dando un segnale forte agli amministratori.Non l’ha fatto. Doveva in sede europea far togliere l’acqua dai servizi contemplati dalla Bolkestein. Non l’ha fatto. Dovrebbe esprimersi in fretta sul trasferimento dell’acqua tra i servizi di rilevante interesse generale e sospendere la legge delega che riduce la possibilità di scelta in house.Finora non l’ha fatto. Deve ribadire che intende rispettare il programma. Non l’ha fatto Continua il silenzio sull’argomento, nessuno ha sollevato quel dibattito che pure c’è stato e appassionato, sull’acqua e la sua privatizzazione; mentre su tanti altri argomenti di altra natura, legati ai comportamenti e alle libertà personali, Ma chi non ha libero accesso all’acqua è veramente libero?
* Contratto mondiale dell’acqua.