tratto da http://www.cpim.org/pd/2004/1219/12192004_snd.htm
Proponiamo la traduzione di ampi stralci dell’articolo apparso il 19 dicembre 2004 in “People’s Democracy”, settimanale del Partito comunista dell’India (Marxista), all’indomani della visita di stato che il presidente russo Vladimir Putin ha effettuato nel grande paese asiatico alla fine del 2004.
Ai compagni indiani non sfugge certamente il ruolo significativo che il consolidamento dell’alleanza strategica tra le due grandi potenze, che risale ai tempi del confronto tra i due blocchi e della scelta di “non allineamento attivo” dell’India operata già da Nehru, può svolgere per fronteggiare le mire egemoniste dell’imperialismo americano.
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IL FATTORE USA
Uno dei fattori più importanti che spingono entrambi i paesi a instaurare relazioni più strette e di sostanza è rappresentato dalla posizione di politica estera e strategica degli USA, sia sul piano globale che nei confronti in particolare dei due paesi. La Russia si trova sotto pressione degli Stati Uniti e dei loro alleati europei nelle repubbliche ex sovietiche e nei paesi del blocco orientale, tra i quali molti sono approdati alla NATO e si stanno muovendo verso una maggiore integrazione nell’Occidente, anche attraverso l’adesione all’UE. Molti paesi del Caucaso e dell’Asia Centrale sono sulla strada dell’integrazione nella rete USA economicamente, politicamente e, in alcuni casi, anche militarmente. L’economia russa cerca di destreggiarsi alla meno peggio, i suoi scambi commerciali con gli alleati di un tempo sono ai minimi storici e la sua industria per la difesa è chiamata a sostenere un crescente fardello per generare risorse. Ciò che sta avvenendo in Ucraina è stato chiaramente architettato dagli USA e sta minacciando l’influenza russa su uno degli ultimi bastioni, il gruppo delle nazioni slave.
(…) Ai tempi del governo diretto dal BJP (il principale partito di destra indiano), l’India ha virato in modo netto verso gli USA, definendoli “alleato naturale” e creando con essi una “partnership strategica”. Ciò ha avuto un riflesso nelle spese militari, che sono cresciute anche con Israele e con l’Europa. Mentre i precedenti governi avevano cercato di diversificare gli acquisti, non puntando unicamente sulla Russia, dal momento che l’industria militare russa sembrava vacillare, il governo del BJP ha fatto pochissimi tentativi di esplorazione delle innumerevoli opzioni ancora utilizzabili con la Russia.
Molti appartenenti all’establishment militare e analisti ritenevano che tali opzioni erano in grado di garantire all’India un’infrastruttura di difesa maggiormente indipendente, ma il BJP decise di scegliere ad ogni costo il legame strategico Indo-USA, anche nel momento in cui gli USA stavano facendo pressione su Israele, perché non vendesse sistemi di allarme aerea Phalcon all’India ed imponevano sanzioni contro l’India su un’intera gamma di componenti ad alta tecnologia e collegate alla difesa.
La visita del presidente Putin in India, oggi in presenza di un governo diretto dal Congresso, si pone il chiaro obiettivo di rovesciare le linee di tendenza precedenti e di rivitalizzare la partnership Indo-Russa.
Dal punto di vista indiano, sebbene il BJP sembrasse non accorgersene, il periodo avviato con il lancio da parte degli USA della cosiddetta “guerra globale al terrore”, ha indicato che i legami strategici Indo-USA erano destinati a declinare. Oltre alle sanzioni anti-India, gli USA hanno individuato ancora una volta nel Pakistan “lo stato della linea del fronte”, chiudendo gli occhi di fronte a qualsiasi tipo di trasgressione. Il segretario di Stato Colin Powell, senza aver pronunciato una sola parola a riguardo nel corso del suo incontro con il primo ministro Vajpayee, il giorno dopo a Islamabad annunciava di riconoscere il Pakistan come “principale alleato non NATO” degli USA. Nelle settimane immediatamente precedenti la visita di Putin, gli USA hanno proclamato l’intenzione di vendere al Pakistan caccia “F-16”, aerei di ricognizione marittima P3C Orion e sistemi missilistici anti-carro, nessuno dei quali sarà potenzialmente usato contro i Talebani e Al Qaeda…L’India certamente considera tutto ciò con un certo allarme
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Il governo diretto dal Congresso, non più condizionato dagli schemi ideologici del BJP, e nonostante le sue inclinazioni verso gli USA nell’era della globalizzazione capitalista del dopo guerra fredda, ha perciò visto nella visita di Putin un’opportunità per dare nuova vitalità alla relazione strategica tra India e Russia.
Ormai entrambi i paesi sono consapevoli delle nuove realtà dell’era post-sovietica, nelle rispettive nazioni, economie e posizioni strategiche e nello scenario strategico globale che sta loro di fronte, e stanno tentando di ricostruire la loro relazione sotto questa nuova luce…
…Russia e India stanno muovendosi verso una nuova fase della loro relazione strategica, proprio nel momento in cui devono fare i conti con le pulsioni e le pressioni della politica delle grandi potenze del giorno d’oggi, in particolare con l’attitudine egemonica dell’imperialismo USA. La fuoruscita da una relazione esclusivamente tra venditori e acquirenti nella direzione di una maggiore reciprocità è stata evidenziata dall’impegno della Russia a sostenere il seggio per l’India, con potere di veto, nel Consiglio di Sicurezza, in cambio dell’appoggio dell’India all’ingresso della Russia nel WTO e della promessa del riconoscimento in tempi ravvicinati del suo status di “economia di mercato”. Tempi interessanti ci stanno di fronte.
Traduzione di Mauro Gemma