La Ue avverte: no a espulsioni di massa

L’Unione Europea potrebbe aprire una procedura per «infrazione» contro l’Italia se il decreto sulle espulsioni immediate di cittadini comunitari dovesse nascondere norme discriminatorie. Lo ha affermato, ieri, da Bruxelles, il portavoce della Commissione europea, Johannes Leitenberger, proprio mentre a Monterotondo, alleportediRoma, un ordigno – un cilindro di cartone del diametro di 3 centimetri e lungo 20 – veniva fatto esplodere davanti a un negozio di specialità alimentari romene. Dopo l’aggressione del 3 novembre di cui sono rimasti vittime 4 romeni, l’attentato di Monterotondo è il secondo episodio di intolleranza contro lacomunità romena da quando è stata uccisa Giovanna Reggiani. Ma il negozio di alimentari, sulla cui saracinesca è stato scritto con la vernice nera «ve bucamo la testa», non è stato preso di mira a caso. La titolare, Diana Steluta Mailat, ha lo stesso cognome del connazionale arrestato per l’omicidio di Tor di Quinto. Chi ha messo quella rudimentale bomba voleva forse prendersela con una parente di Nicolae Romulus Mailat, ma la commerciante ha precisato di non avere con lui alcun legame di parentela. Questi episodi di intolleranza hanno però ingenerato un principio di crisi politica con la Romania. Nonostante la rassicurazione di Romano Prodi («nessuna frizione con la Romania»), tuttavia, la diplomazia s’è messa al lavoro su più fronti per stemperare la tensione frai due Paesi. E per frenare i malumori di Bucarest manifestati l’altro giorno dal presidente romeno che ha liquidato il decreto italiano come «improvvisato» e «iniquo». Per scongiurare il rischio di «derive xenofobe» che preoccupano le autorità politiche della Romania, ieri mattinai! premier Prodi ha avuto un lungo colloquio telefonico proprio conil capo dello stato Traian Basescu. Ieri, a Marrakesh, nel corso della 76esima assemblea generale dell’Interpol, il capo della polizia Antonio Manganelli ha ottenuto dal direttore per la cooperazione internazionale di polizia del ministero dell’Interno di Bucarest, Mihai Stoica, la «massima collaborazione» per l’applicazione del decreto espulsioni. E gli ha ribadito il «nostro assoluto impegno» per individuare gli autori dell’aggressione del 3 novembre. Stamattina è prevista la visita a Bucarest di Pier Luigi Bersani, ministro delle Attività Produttive, che approfitterà di una missione economica per affrontare anche l’argomento sicurezza. E domani, infine, ci sarà la visita a Roma, a Palazzo Chigi, fra Romano Prodi e il suo omologo romeno, Calin Popescu Tariceanu.
Ma sul decreto espulsioni del governo italiano pende la spada di Damocle dell’Unione Europea, preoccupata che il provvedimento possa portare a una «deportazione» in massa di cittadini romeni. Sull’argomento è infatti intervenuto anche il portavoce della Commissione Europea, Johannes Leitenberger, secondo il quale «qualunque espulsione di cittadini di uno Stato membro può essere solo individuale e deve poter essere oggetto di un ricorso», secondo quanto previsto dalla direttiva sulla libera circolazione dei cittadini europei. Il portavoce ha poi aggiunto di non essere «in grado di dire se il decreto del governo italiano rispetti queste due condizioni», poiché il provvedimento non è stato ancora notificato alla Commissione Europea.