La strategia di Marco

Alla fine Tronchetti Provera ha scelto lo strappo, ha imboccato la strada della rottura drastica con il presidente di Telecom Guido Rossi e con tutto ciò che rappresenta. La decisione della Pirelli di escludere dalla lista del consiglio d’amministrazione l’uomo che era stato chiamato dallo stesso Tronchetti e dalle banche creditrici per risanare la Telecom suona come una dichiarazione di guerra. Le premesse per l’apertura delle ostilità c’erano tutte nella conversazione che Tronchetti Provera ha avuto con il direttore de il sole 24 ore: «Volevano farmi fare la fine di Montedison e di Rizzoli», ha dichiarato . A chi si riferiva Tronchetti? La risposta è facile: il «conmmissariamento» della Montedison fu fatto da Guido Rossi su mandato di Mediobanca. E la Rizzoli finì in amministrazione controllata e fu acquistata dagli Agnelli con la regia di Mediobanca, allora rappresentata ancora da Guido Rossi. Il problema tuttavia non è Rossi.
Nel fare quei riferimenti storici Marco Tronchetti Provera ha mostrato una coda di paglia molto eloquente, ha assimilato la sua posizione a due avventure imprenditoriali tra le più fallimentari del dopoguerra. Un paragone sostenibile? In Telecom Italia non ci sarà la P2 che c’era in Rizzoli e neppure una famiglia Ferruzzi travolta da tangentopoli, ma la montagna di debiti non manca e nemmeno l’ombra minacciosa della magistratura. Il sistema bancario, e lo stesso consiglio d’amministrazione di settembre 2006, chiamò ai vertici di Telecom Guido Rossi proprio per evitare che la storia dei crack si ripetesse; ma pare che Tronchetti Provera, malgrado i debiti e una inchiesta giudiziaria sul suo gruppo – che secondo il gip di Milano vedrebbe responsabili i vertici Telecom – ha deciso di andare a muso duro per la sua strada, sfidando anche il gotha della comunità degli affari.
Un bluff o una mossa da grande scacchista? Marco Tronchetti Provera ha dalla sua la maggioranza di Olimpia e dunque una parte preponderante dei vertici societari. E a quanto pare ha nel cassetto un’offerta proveniente dagli Usa che gli potrebbe consentire di uscire di scena con un bel gruzzolo, rimpolpato da un premio di maggioranza. Ma, al di là del conflitto d’interesse, simile a quello per il quale incassò una stock option da 500 miliardi, Tronchetti difficilmente potrà evitare di fare i conti con il sistema bancario che, riunito ieri in sessione straordinaria a Mediobanca per una contromossa, è il principale creditore di Tronchetti. Creditore con il quale qualsiasi acquirente di Olimpia dovrà fare i conti. Dunque, salvo colpi di scena, la partita è aperta: Mediobanca e Generali hanno un’opzione di acquisto e potrebbero addirittura riproporre in assemblea, dove si giocherà la partita finale, il nome di Rossi ai vertici del gruppo.