La sinistra Cgil aderisce al corteo

L’appello di molti intellettuali apparso su Liberazione e il manifesto raccoglie il malessere di molti elettori di sinistra, così come quello di molti lavoratori e lavoratrici che non hanno ancora trovato una risposta adeguata ai problemi di salario e stato sociale che il «programma» del governo di centrosinistra faceva supporre. Serve veramente una manifestazione «popolare», capace di rimettere al centro le ragioni della vittoria del centrosinistra sulla destra. La proposta di una grande manifestazione per il 20 ottobre è la più bella iniziativa che il paese e il mondo del lavoro possono aspettarsi e noi vi aderiamo. Il Protocollo del 23 luglio non solo non modifica la Legge 30, tanto da far dire alla Cgil che ci sarà solo una adesione formale, ma non affronta i tanti e gravi problemi del paese legati alla competitività, al lavoro precario e la necessità di dare ai giovani di oggi una pensione adeguata domani. Tale Protocollo dovrà essere illustrato per quello che è ai lavoratori. Sono proprio i nostri iscritti alla Cgil e tutti gli altri lavoratori a dare il mandato a sottoscriverlo. Diversamente si farebbe solo un’azione ademocratica che non servirebbe al sindacato e al paese. Si tratta di dare una risposta vera alla precarietà del lavoro che interessa ormai quasi 4 milioni di persone sul complesso degli occupati, mentre il 50% delle nuove assunzioni sono a tempo, cioè senza un orizzonte per i giovani. La precarietà è l’altra faccia della medaglia della distribuzione del reddito da lavoro dipendente. Questo è passato dal 43,7% del pil del ’93 al 40,7% del ’04, nonostante il numero dei lavoratori dipendenti nel periodo considerato è cresciuto di 1,3 milioni lavoratori (leggi precarietà). Sostanzialmente la crescita dell’occupazione, invero impressionante nel numero ma qualitativamente condizionata dal target del tessuto produttivo, non è coinciso con un incremento del reddito complessivo del lavoro dipendente, mentre nella media dei paesi europei il reddito da lavoro dipendente rimane costantemente intorno al 50% del Pil. (…) L’appello sottolìnea 7 punti strategici che erano parte del programma. L’Area programmatica Lavoro Società – Cgil farà tutto quanto è possibile per riportare al centro del dibattito del governo, ma anche della Cgil, quanto sottolineato nel documento congressuale della Cgil: la necessità di «Riprogettare il Paese», i temi del lavoro, dei diritti e dell’intervento pubblico.