La sicurezza dei papaveri

Una bella kermesse sugli infortuni, tanta mondanità, ministri e big del sindacato e delle imprese, i lavoratori e le famiglie delle vittime con la bocca tappata. Ecco a voi la due giorni governativa organizzata a Napoli il 25 e 26 gennaio. Il tema è importantissimo, certo, ed è un bene che il governo abbia organizzato la seconda edizione della Conferenza nazionale su Salute e sicurezza a ben 8 anni dalla prima e ultima (con un colpevole silenzio da parte dell’esecutivo Berlusconi). Ma nel prestigioso parterre degli invitati a parlare spicca l’assenza dei lavoratori interessati – i rappresentanti alla sicurezza primi tra tutti – quelli che vivono quotidianamente le difficoltà del lavoro che ferisce e uccide, l’assenza dei familiari delle vittime, l’assenza di ispettori e medici delle Asl, che pure dovrebbero raccontare come spesso (non) lavorano per mancanza di mezzi. Ed è tanto più strano se si pensa che la Conferenza è dedicata alle due lavoratrici morte l’anno scorso nell’incendio della ditta di materassi nel salernitano, Giovanna Curcio, di soli 15 anni, e Anna Maria Mercadante, di 49. Nella passerella di Presidenti, Direttori, Assessori, Sottosegretari e Ministri l’unica novità potrebbe essere la presentazione del Testo unico sulla sicurezza, preparato dai ministri del Lavoro Cesare Damiano e della Salute Livia Turco, ieri anticipato alla stampa.
Ma ad essere esclusi dallo spettacolo non sarebbero solo i lavoratori e le famiglie. Dal fronte dell’Unione si apre un nuovo scontro tra l’ala sinistra e quella dei cosiddetti «riformisti» (Ds e Margherita): il capogruppo di Rifondazione alla Camera Gennaro Migliore e quello del Senato, Maurizio Zipponi, hanno emesso ieri un comunicato in polemica con i ministri Damiano e Turco, dove attaccano il Testo unico sulla sicurezza «per questioni di merito e di metodo».
Le proposte del Testo unico risultano «inadeguate nel metodo – spiegano Migliore e Zipponi – perché il testo non è passato al vaglio delle commissioni parlamentari competenti e perché presentate da due soli ministri senza aver consultato i partiti della coalizione, neppure Rifondazione comunista che ha già elaborato una sua proposta». Migliore attacca in particolare «l’assordante silenzio delle istituzioni, colpevolmente assenti anche ai funerali delle vittime del disastro a largo dello stretto di Messina».
Quanto alle cririche di merito, per Rifondazione «il testo del governo risulta insufficiente e, al di là delle dichiarazioni, non riconosce al problema quella centralità nazionale così autorevolmente richiesta dal presidente della Repubblica e dai presidenti di Camera e Senato». «A nostro avviso – proseguono Migliore e Zipponi – il futuro Testo unico sulla sicurezza non può prescindere da alcuni punti fondamentali quali: la lotta alla precarietà; l’introduzione di elementi di rigidità nel corpo normativo piuttosto che incentivi; la collocazione dei costi per la sicurezza sui costi generali della produzione anziché sul costo del lavoro; il rafforzamento del ruolo, dell’autonomia e della rappresentatività di tutte le lavoratrici e i lavoratori; una rigorosa responsabilizzazione del soggetto titolare della produzione». Per il Prc, infine, «potrà essere efficace solo un Testo che discenda da un’inchiesta che il Parlamento dovrà avviare: un’indagine che dia una fotografia del lavoro nero, sommerso, minorile e del doppio lavoro nel paese».
Quanto al Testo approntato dai ministri Damiano e Turco, esso prevede l’estensione a tutti i lavoratori delle normative sulla salute e sicurezza: «anche ai flessibili e agli autonomi», ha spiegato Damiano. Attenzione, poi, «ai lavoratori giovani, extracomunitari e interinali». Esempi tipici della filosofia «riformista»: non combattere la precarietà alla radice, eliminandola, ma mettere qualche «pannicello caldo» che illuda il precario di essere simile al dipendente. Ma se resti cocoprò a vita come fai a denunciare il datore di lavoro che non rispetta le norme di sicurezza?
Tra le novità, comunque, il Testo unico prevede l’inserimento della materia «salute e della sicurezza» nei programmi scolastici e universitari. E, infine, una «rivisitazione della normativa sugli appalti, con attenzione ai subappalti e a migliorare il coordinamento degli interventi di prevenzione».