In solidarietà con gli assistenti di volo dell’Alitalia, il 6 e 7 settembre si fermano anche bus, treni e traghetti. Intanto Funzione pubblica e Filt rompono il «silenzio» Cgil
Il Sult risponde. La sinistra si muove. I sindacati – anche una piccola parte dei confederali – prendono le distanze dal «partito» dell’azienda. E’ sciopero generale. Mentre nella Cgil si comincia a rompere il fronte del silenzio, il Sult è riuscito a coinvolgere anche altre sigle nell’agitazione. Che non riguarda già più solo gli aerei: il 6 e 7 settembre prossimo si fermeranno anche treni, autobus e traghetti, grazie all’adesione di diverse sigle di base. «Vista la repressione sindacale attuata da Alitalia nei confronti del Sult assistenti di volo – scrive il presidente del sindacato Vincenzo Siniscalchi – la segreteria nazionale proclama lo sciopero generale di quarantott’ore di tutti i trasporti aerei, terrestri e marittimi per il 6 e 7 settembre. Il Sult – continua il comunicato – raccoglierà in questi giorni anche la disponibilità di altre organizzazioni, dei trasporti e non, interessate allo sciopero».
E’ il muro contro muro. Due giorni fa, Giancarlo Cimoli, l’amministratore delegato di Alitalia, ha detto «niet» alla trattative, mandando all’aria il tavolo negoziale del ministro del lavoro Maroni. «L’Alitalia non riconosce più il Sult», ha ripetuto Cimoli, in una telefonata al ministro. «O così o me ne vado», era stata la sua ultima parola, che aveva portato alla rottura delle trattative.
Ieri, la risposta del sindacato: lo sciopero generale, non più rivolto solo agli assistenti di volo, cui è seguito, poco dopo l’appello dei partiti della sinistra radicale: «Chiediamo all’Alitalia di revocare immediatamente la decisione presa – scrivono Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e Di Pietro – La decisione dell’Alitalia di non riconoscere i sindacati Sult (e Avia), limita il diritto di rappresentanza dei lavoratori, e pone in primo piano un problema: il datore di lavoro non può scegliersi a piacimento la controparte sindacale che preferisce». Come invece è successo.
Settembre 2004: il Sult assistenti di volo firma il contratto di lavoro. Il piano di applicazione non è definito. Febbraio 2005: il Sult non firma. Nel piano di applicazione avanzato dall’azienda, ci sono almeno quattro punti che non vanno. Il primo: il tempo di riposo. Il nuovo piano applicativo elimina il «riposo aggiuntivo», le ventiquattr’ore in media concesse dopo i voli di lungo e medio raggio. «Adesso ci tocca volare anche per quindici ore consecutive», spiega il sindacato. «Una tratta media? Roma, Milano, Tel Aviv, Milano e di nuovo Roma. Tutto in un giorno. A discapito della sicurezza. E senza più riposare il giorno dopo».
Ma non è solo una questione di recupero. Il piano applicativo di febbraio comporta anche un taglio degli stipendi. L’esempio è una hostess che abita a Roma, ma che presta servizio sulla Milano-Buenos Aires. «Prima di febbraio – dice Fabrizio Tomaselli, del Sult – le hostess erano pagate per le ore fatte su entrambi i voli: il Roma-Milano e il Milano-Buenos Aires. Adesso non è più così. L’azienda paga solo le ore per la tratta intercontinentale, e non più quelle per il collegamento». Ma non solo: oltre al «riposo aggiuntivo» – che non c’è più – e alle ore non pagate per i collegamenti, con il piano applicativo di febbraio l’azienda non retribuisce neppure gli assistenti di volo in cassa integrazione. Si chiamano contratti di solidarietà. Spiega Tomaselli: «Il nuovo piano applicativo prevede giorni di non lavoro per tutti gli assistenti di volo. A rotazione, tutti e quattro mila i dipendenti devono restare a casa. Sei giorni nel 2005 e sei giorni nel 2006: ma l’Alitalia non li paga. Un trattamento molto diverso da quello riservato ai piloti e agli assistenti di Meridiana. Loro continuano a prendere l’85% dello stipendio, anche nei giorni della cassa integrazione».
Solidarietà al Sult arriva adesso dal mondo confederale. Fp Cgil e Filt Cgil rompono con la posizione di Nicoletta Rocchi, segretario confederale con delega ai trasporti. La Rocchi aveva dichiarato: «l’Alitalia fa bene», ma ieri, dopo il comunicato di solidarietà al Sult della Funzione pubblica, anche la Filt (categoria dei trasporti) è intervenuta. Scrive il segretario nazionale Giorgio Carnicella e coordinatore nazionale di Lavoro e società Filt: «La decisione di Cimoli non può essere nè accettata supinamente nè condivisa. Guardando a quello che sta accadendo al Sult, viene da chiedersi se un atteggiamento autoritario non rischi di diventare un precedente devastante per tutte le organizzazioni sindacali, e in particolare per la Cgil. Come non ricordare chi attaccava la Cgil per la mancata sottoscrizione del Patto per l’Italia e del contratto con Federmeccanica».