La Russia è salita sull’Airbus

Nessun commento ufficiale, né dal governo francese, né dalla società Eads, né dalla banca pubblica russa Vnechtorgbank. Del resto, le autority dei mercati finanziari di Olanda e Francia affermano di non aver ricevuto nessuna informazione sull’acquisizione. Ma il mercato ha reagito positivamente alla notizia che la banca russa Vnechtorgbank ha acquisito, quest’estate, circa il 5% del gigante europeo dell’aeronautica civile e militare Eads. Un miliardo di dollari spesi per una partecipazione tra il 4,5% e il 4,8% della società che controlla all’80% il fiore all’occhiello dell’Europa industriale, Airbus. Le prime reazioni al blitz – economicamente positivo per i russi, visto che l’acquisizione è avvenuta dopo il crollo del titolo Eads (fino a -43%) – sono divergenti. C’è chi è ottimista e punta sulle opportunità commerciali e industriali che questa partecipazione può aprire ad Airbus in Russia. Ma c’è anche chi è più scettico e teme «le inquietudini degli investitori istituzionali», mentre «la situazione non cambia» per quanto riguarda la presenza di Airbus, che «ha già piede in Russia».
Cosa vogliono i russi? La Vnechtorgbank, che è il braccio armato di Vladimir Putin per prendere il controllo nei settori strategici dell’economia, avrebbe l’intenzione di investire ancora altri 200 milioni di dollari in Eads e il progetto di entrare nella gestione del gigante europeo, nato nel ’99 dalla fusione dei francesi Aerospatiale-Matra, della tedesca Dasa e dalla spagnola Casa. Putin vuole rilanciare l’aeronautica russa, in crisi da anni. Nel febbraio di quest’anno è nata la Oak, un consorzio aeronautico che riunisce i principali costruttori, civili e militari, del paese: Soukhoï, MiG, Tupolev, Iakovlev, Irkout. Le azioni di Eads acquisite da Vnechtorgbank sono destinate a finire nelle mani della Oak. In contropartita, Eads dovrebbe entrare nel consorzio Oak, come principale alleato straniero. Eads è del resto già presente in Russia, con il 10% di Irkout (costruttore di aerei militari) acquisito nel 2005 e dispone di un centro studi. Nel giugno scorso, Airbus e Irkout si sono impegnate a creare un’impresa mista per la riconversione degli Airbus A320 e A321 in cargo (Airbus, come la rivale Boeing, ricorrono al subappalto in Russia, dove il costo degli ingegneri è cinque volte inferiore che in Europa e negli Usa).
Lo stato russo è entrato quindi a far parte del simbolo dell’Europa industriale. All’inizio, sulla base di un patto tra azionisti, Eads era controllata a parità dai francesi (partecipazione statale più Lagardère) e dai tedeschi (DaimlerChrysler). Ma dopo il terremoto della scorsa primavera, gli equilibri sono cambiati: i privati Lagardère e DaimlerChrysler hanno disinvestito. Ne è seguito uno scandalo, che ha portato a un cambiamento della direzione, poiché alcuni tra i principali dirigenti – tra cui il presidente, il francese Noël Forgeard – sono stati presi con le mani nel sacco, accusati di insider, per aver venduto delle azioni prima delle rivelazioni sul ritardo che sta prendendo la consegna del gigante dei cieli, l’A380, e le difficoltà incontrate dall’A350, il cui progetto è stato rivisto completamente (con un sostanziale aumento dei costi), per poter rivaleggiare con l’analogo aereo della Boeing, il 787 Drealiner. Lo stato francese, che ora è il principale azionista, ha piazzato alla testa di Eads Louis Gallois (ex Sncf). Alla presidenza di Airbus è stato nominato Christian Streiff.
Questi cambiamenti avevano l’obiettivo di appianare le divergenze tra francesi e tedeschi, che hanno raggiunto il culmine la scorsa primavera e hanno fatto temere un’implosione del gioiello europeo. La volontà politica di creare un campione europeo in un settore industriale di punta, che era forte alla nascita di Eads, è venuta meno. Gli inglesi di Bae System hanno intenzione di vendere la loro partecipazione in Airbus (20%, Eads ha l’80%), cosa che comporterà quest’autunno una riorganizzazione industriale della società, con una maggiore integrazione in Eads. Sreiff ha anche allo studio un piano, da autunno, per migliorare la competitità di Airbus, danneggiata dal cambio dollaro-euro sfavorevole alla moneta europea troppo forte.
La partecipazione russa potrebbe favorire la presenza di Airbus in Russia: c’è in ballo il rinnovamento del parco aereo di Aeroflot (che ha previsto l’acquito di 22 aerei, per un montante di 3 miliardi di dollari). La rivalità Airbus-Boeing è rilanciata, anche sul fronte russo. Tra i due giganti è in corso dal ’92 un braccio di ferro alla Wto: gli americani contestano i prestiti rimborsabili concessi ad Airbus dai paesi costruttori (Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna), considerati aiuti pubblici, cosa che gli europei contestano.