La Russia e la NATO: “Non un pezzo d’arredamento”

Fonte: http://ericwalberg.com/index.php?option=com_content&view=article&id=291:russia-and-nato-not-a-piece-of-furniture&catid=37:russia-and-ex-soviet-union-english&Itemid=90

Data di pubblicazione dell’articolo originale: 24/11/2010

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Eric Walberg è un giornalista canadese che scrive per il settimanale Al-Ahram Weekly.

(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

La presenza di Medvedev a Lisbona è stata più una esibizione dell’importanza della Russia che di sottomissione all’Alleanza euro-atlantica.

I risultati del vertice della NATO sono stati tanto prevedibili come un congresso del Partito Comunista Sovietico, con la parola “pace” rimpiazzata con quella di “guerra”.

L’adozione subordinata della NATO dell’agenda degli Stati Uniti rispetto alla difesa missilistica, agli armamenti nucleari e il suo nuovo ruolo di poliziotto del mondo non hanno destato la sorpresa di nessuno.
Nessuna parola con riferimento alle Nazioni Unite o sul mantenimento della pace.

Per deferenza verso la Russia, la sola menzione dell’espansione orientale della NATO ha riguardato la “partnership” continuata con le ex repubbliche sovietiche Ucraina e Georgia.

Inoltre, all’Indonesia, Malaysia, Australia, Nuova Zelanda e Giappone è stato proposto uno status speciale. La nuova Dottrina Strategica, sostituendo il più modesto modello eurocentrico del 1999, in buona sostanza ha riaffermato il controllo statunitense sulla politica estera di quelli che Zbigniew Brzezinski ha definito come i loro “stati vassalli”.
Tuttavia ci sono state alcune increspature.

Il nuovo ministro della difesa della Francia, Alain Juppe, ha dichiarato senza mezzi termini che il conflitto afgano era una “trappola” per la NATO e raccomandava per una “exit strategy”, e questo veniva affermato anche dal Capo delle Forze Armate britanniche, Sir David Richards, che riteneva come “ora la NATO ha bisogno di modellarsi un ruolo per 30 o 40 anni.”

Continua la controversia europea sulla reiterata presenza di bombe atomiche in Europa, contrarietà manifestata dalla Francia, ancora orgogliosa della sua force de frappe, e dalla Germania, che durante la Guerra Fredda si è sempre opposta alla presenza di tali balocchi nucleari segreti.

Ma è stato fatto buon viso ai disaccordi e il vertice è stato tutto un susseguirsi di sorrisi, di foto di personaggi di primo piano e di apparizioni televisive, almeno al centro della scena.

In sede marginale, il Presidente russo Dmitri Medvedev comunicava ad un cordialissimo Presidente degli Stati Uniti Obama Barack di essere pronto a cooperare alla realizzazione dello scudo missilistico, ma solo nell’ambito di “una matura partnership strategica tra la Russia e la NATO”, e il Presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai dichiarava ad un molto meno cordiale, anzi gelido, Obama che le operazioni militari e i raid notturni che infliggono tanto pesanti perdite civili avrebbero dovuto essere ridimensionate.

Grazie all’integrazione della NATO nella struttura di comando globale del Pentagono, è possibile affermare che attualmente, e in via ufficiale, gli Stati Uniti esercitano il loro controllo sul mondo. La NATO, mediante la sua “Iniziativa di Istanbul”, cerca di militarizzare il “Dialogo Mediterraneo” e il “Consiglio per la Cooperazione nel Golfo”, con la copetrtura completa del Medio Oriente, incluso Israele.
[N.d.tr.: Il “Dialogo Mediterraneo” comprende la NATO e sette paesi dell’Africa e del Medio Oriente: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia.

L’“Iniziativa per la Cooperazione” di Istanbul del 2004 mira a promuovere i partner del Dialogo Mediterraneo allo stesso livello degli associati al programma della NATO “Partnership for Peace”, che ha predisposto 12 nazioni dell’Europa orientale a diventare membri di diritto dal 1999: Albania, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.
Inoltre, questa “Iniziativa” cerca di associare i sei membri del “Consiglio per la Cooperazione nel Golfo” – Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti – come partner militari della NATO.
La Giordania e gli Emirati Arabi Uniti sono già ufficialmente Nazioni Contribuenti di Truppe (TCN) per la Forza di Assistenza e Sicurezza Internazionale (ISAF) della NATO in Afghanistan, così come lo sono membri del programma “Partnership for Peace”, la Georgia e l’Ucraina per l’area ex sovietica, e la Bosnia, la Macedonia e il Montenegro nella regione dei Balcani.]

Anche in Africa, solo Eritrea, Libia, Sudan e lo Zimbabwe non hanno (ancora) rapporti con USAFRICOM, il Comando Militare statunitense per l’Africa.

Comunque, dalle due importanti zone “fuori campo” in cui la NATO gioca un ruolo poliziesco – Kosovo ed Afghanistan – non arrivano segnali incoraggianti, e nemmeno sono incoraggianti gli sforzi del Pentagono in Iraq.

Più grande diventa la NATO, e più lontano si esercita l’intervento delle forze armate degli Stati Uniti, più la loro azione diventa lenta, impacciata e costosa. Come fanno i soldati della Malaysia in Afghanistan a comunicare con quelli dell’Albania? Come musulmani, possano conoscere le loro preghiere in arabo, ma solo per averle imparate a memoria, meccanicamente. E possono essere affidabili per ammazzare i loro fratelli afgani?

Ciò che realmente pensano gli strateghi russi della “nuova” dottrina di NATO è difficile da esprimere. La preferenza per rapporti più stretti con l’Occidente professata dall’atlantista Medvedev e dalle élite russe che lui rappresenta differisce marcatamente dal suo predecessore Putin. Nonostante le rassicurazioni di Medvedev, la sua apparizione alla conferenza della NATO ha fatto poco per dissipare la confusione rispetto al rapporto della Russia con la NATO. La sua offerta di collaborazione alla rete di difesa missilistica non corrisponde a ciò che gli Stati Uniti hanno in mente. Medvedev ha affermato alla riunione che la Russia non entrerà a far parte della difesa missilistica della NATO come un “pezzo di arredamento”.

Un importante diplomatico russo ha dichiarato a Kommersant: “Sì, noi difenderemo i paesi ad ovest della Russia. Allo stesso modo, la NATO deve impegnarsi ad assumere le medesime responsabilità nei nostri confronti – ogni missile che vola attraversando i cieli di Europa diretto contro di noi deve essere abbattuto dalle forze usamericane o della NATO!”