**dipartimento internazionale del Fronte Popolare Socialista della Lituania
Traduzione di l’Ernesto online
Nel giugno 2010, i membri del parlamento borghese della Lituania hanno approvato una legge che è stata introdotta nel Codice penale della Repubblica di Lituania e che recita:
“Articolo 170. Approvazione pubblica di crimini internazionali, dei crimini dell’URSS o della Germania nazista contro la Repubblica di Lituania o contro i suoi abitanti, la negazione e la minimizzazione flagrante di tali crimini.
1. Ogni persona, che ha pubblicamente approvato i crimini di genocidio, o altri crimini contro l’Umanità o i crimini di guerra che sono stati riconosciuti dalla legislazione della Repubblica di Lituania o dell’Unione Europea o dai verdetti resi dai tribunali Lituani o internazionali, chi li ha negati o minimizzati in maniera flagrante, se ciò è stato commesso in modo minaccioso, ingiurioso o offensivo, o se in conseguenza l’ordine pubblico ne sia stato turbato; ugualmente, ogni persona che abbia approvato l’aggressione dell’URSS o della Germania nazista contro la Repubblica di Lituania, i crimini di genocidio o altri crimini contro l’Umanità o crimini di guerra attuati dall’URSS o dalla Germania nazista sul territorio della Repubblica di Lituania o contro gli abitanti della Repubblica di Lituania durante gli anni 1990-1991 da coloro che hanno condotto l’aggressione contro la Repubblica di Lituania o da coloro che vi siano stati implicati, che li hanno negati o minimizzati in maniera flagrante, se ciò è stato commesso in modo minaccioso, ingiurioso o offensivo, o se in conseguenza l’ordine ne sia stato turbato:
E’ passibile di un’ammenda o della privazione della libertà, mediante l’assegnazione a domicilio o l’incarcerazione fino a dieci anni di prigione.
La responsabilità delle azioni previste da questo articolo ricade anche su persone morali.”
E’ precisamente in virtù di questo articolo che il presidente del nostro partito Algirdas Paleckis viene incriminato per avere messo in dubbio la versione “ufficiale” diffusa dalla propaganda borghese criminale concernente gli avvenimenti del 13 gennaio 1991. Inoltre, le medesime accuse sono rivolte anche contro il partito del Fronte Popolare Socialista in quanto persona morale.
L’obiettivo di queste persecuzioni grottesche è quello di lottare contro le attività del compagno Algirdas Paleckis e del Fronte Popolare Socialista nella loro resistenza alle politiche sociali ed economiche dirette contro il mondo del lavoro e attuate da vent’anni dai rappresentanti dei grandi capitalisti monopolisti. Le accuse sono state, inoltre, uno strumento in più per i media controllati dal grande Capitale nella loro campagna di propaganda contro il solo partito politico che si colloca fuori dal quadro borghese nel paese, allo scopo di dipingere il Fronte Popolare Socialista come un “nemico della Lituania e dei suoi cittadini”.
Tuttavia, tenendo conto degli aspetti sopra evocati che sono più o meno facilmente riconoscibili, la legge in questione – l’articolo 170 che è stato introdotto in maniera antidemocratica nel Codice penale Lituano – ha delle implicazioni ben più profonde. Non è chiaro se sia stato fatto apposta, o se si tratti di un caso. In ogni caso, l’articolo del Codice penale Lituano che proibisce in realtà a chiunque di negare “l’occupazione sovietica della Lituania”, come la chiama la borghesia lituana, è anche un attacco contro il marxismo, il socialismo e il comunismo. Pensiamo che fare appello alle diverse istituzione di difesa dei “diritti dell’Uomo”, protestare davanti ai parlamenti borghesi, i tribunali e anche le ambasciate nella speranza che i rappresentanti borghesi si degnino di ascoltarci, non sia la tattica migliore. Tali azioni, intendiamoci, possono rivelarsi utili allo scopo di ottenere una base di sostegno più ampia e di contribuire alla presa di coscienza tra le masse. Ma noi dobbiamo mettere termine a queste speranze sulle eventuali concessioni che ci potrebbe fare la borghesia. La criminalizzazione dell’ideologia anti-borghese e di coloro che la difendono mentre la borghesia è al potere è parte integrante della lotta di classe. E il nostro dovere è di affrontarla e organizzare il contrattacco della classe operaia.
Pertanto, si presenta la necessità di spiegazione in merito alla questione, concernente la natura di classe dell’articolo del Codice penale della Lituania. Inoltre, per riprendere la terminologia della borghesia Lituana, “la negazione dell’occupazione Sovietica della Lituania” non ha nulla a che vedere con la negazione, ad esempio, dell’Olocausto. Come sappiamo bene, e come la storia ha provato, la borghesia utilizza costantemente il nazionalismo allo scopo di conservare il suo potere e i suoi privilegi. E un mito nazionalista odioso è stato proposto dai media (e non solamente da essi) controllati dall’oligarchia da 20 anni, secondo il quale la Lituania è divenuta allora “indipendente” dall’URSS. E’ proprio questa concezione primitiva e questa visione del mondo che permette al mito nazionalista Lituano di rimanere in vita. E sarà solamente quando andremo oltre il quadro dell’ideologia borghese che emergerà l’autentica essenza della storia Lituana.
Il periodo Sovietico per i Lituani non è l’affare di una nazione contro un’altra, vale a dire della nazione Russa che occupa e opprime i Lituani – come pretende la versione ufficiale. E’ stato un periodo in cui noi abbiamo vissuto sotto un sistema economico differente, e di conseguenza politico. E’ stato il periodo del tentativo di costruzione del socialismo, di costruzione di un’alternativa a un sistema economico spaventoso basato sulla proprietà privata, quale è il capitalismo. A partire dalla prospettiva marxista, in cui ci collochiamo, è stato il caso in cui il potere è passato dalle mani dei capitalisti a quelle dei lavoratori. E allo stesso modo, all’epoca in cui l’Unione Sovietica è stata dissolta, la questione per i Lituani non era di decidere tra “occupazione” e “indipendenza”. La scelta che stava di fronte ai lavoratori della Lituania era tra socialismo Sovietico e capitalismo Lituano. Il senso autentico dell’ “indipendenza della Lituania” è quello della restaurazione della dittatura capitalista in Lituania. Contrariamente a certe false concezioni difese da qualcuno al giorno d’oggi, secondo le quali gli ideali di coloro che hanno difeso la rottura con l’Unione Sovietica erano animati da buone intenzioni, ma che è solo quando la “Lituania è divenuta indipendente” che qualcosa non ha funzionato, che alcuni criminali sono riusciti a trarre profitto dalla situazione nel proprio interesse, e che questa è la ragione che sta dietro la situazione economica (e di conseguenza politica) disastrosa in cui si trova la Lituania oggi. Contrariamente a tale argomentazione piena di ingenuità, è un fatto che nel caso della dissoluzione dell’Unione Sovietica, la sola via lungo la quale la Lituania si sarebbe potuta avviare era quella di diventare uno Stato corrotto controllato da un gruppo di oligarchi e con un’esplosione colossale e quotidiana di violenza sistematica contro i lavoratori. Esattamente quello che è la Lituania oggi.
Infine, nei termini della storia, non si dovrebbe essere sorpresi che la versione ufficiale degli avvenimenti passati sia sempre l’interpretazione o la versione proposta da coloro che sono al potere. Il monopolio della verità è sempre nelle mani dei vincitori. E dopo la controrivoluzione in Unione Sovietica, oggi la borghesia è vittoriosa su scala mondiale, e la sua versione degli avvenimenti storici è la versione “ufficiale”. E allo scopo di proteggere i suoi privilegi, campagne anticomuniste sono state lanciate un po’ dappertutto, particolarmente nell’Europa dell’Est. Termini tali come “crimini socialisti e comunisti”, “dittatura comunista”, “occupazione socialista o comunista” o “la minaccia del comunismo” sono entrati nei discorsi pubblici allo scopo di spingere le masse operaie e popolari a tenersi alla larga dall’ideologia socialista e comunista. Accettare la versione “ufficiale” e sedicente “obiettiva” del passato, significa soccombere alla propaganda della borghesia. Il nostro compito è di difendere la nostra causa a qualsiasi prezzo, dato che in termini di lotta di classe, non esiste imparzialità.
Solidarietà con tutti i compagni oppressi nel mondo, nessuna accettazione di ogni tentativo che miri a criminalizzare l’ideologia socialista e comunista!
La classe operaia deve essere spinta a contrattaccare di fronte alle misure borghesi anti-operaie, deve rendersi conto che nessun compromesso è possibile tra le classi.
*Bisogna ricordare che in Lituania è proibito dal 1991 a tutte le forze politiche di chiamarsi ufficialmente comuniste, il che spiega la scelta del nome di “Fronte Popolare Socialista della Lituania”