La repressione del governo del Marocco contro il movimento di liberazione del Sahara Occidentale

Traduzione di l’Ernesto online

Continuano la persecuzioni e gli imprigionamenti degli attivisti saharawi presenti nel campo di Gdeim Izik, assaltato e distrutto dalle autorità marocchine. Lo ha comunicato l’agenzia di notizie della Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD).

In un posto di controllo a nord di El Aiun, capitale occupata, l’ex prigioniero politico Abderrahmane Bougarfa, di 58 anni, è stato identificato e fermato dalla polizia mentre viaggiava con la sua famiglia, riferisce l’agenzia che cita informazioni raccolte dal Collettivo dei Difensori dei Diritti Umani Saharawi.

E’ dall’8 novembre che le autorità del Marocco stanno attuando un’ondata senza precedenti di sequestri e imprigionamenti, che mirano, soprattutto, a far tacere i testimoni degli avvenimenti accaduti a Gdeim Izik e nei giorni che hanno seguito l’attacco.

Yahdih Elboirhimi e Brahim Salem Essah, per esempio, sono stati incarcerati e tradotti davanti alla corte d’appello, e in seguito trascinati nel carcere di massima sicurezza di El Aiun.
In precedenza, l’Associazione dei Familiari dei Prigionieri e degli Scomparsi Saharawi aveva già denunciato il fatto che la città di El Aiun continua a subire un assedio.
“La città continua ad essere accerchiata e non possiamo parlare con i residenti, ha detto Salek Afdeid a “Prensa Latina”, affermando che tra gli scomparsi potrebbero esserci altre vittime mortali dell’operazione repressiva, che ha causato almeno quattro morti, 160 prigionieri e 24 scomparsi.
Secondo Afdeid, il bilancio dell’operazione marocchina non è ancora definitivo, in attesa dei rilevamenti attuati dalla RASD, che sono molto rigorosi e, per questa ragione, molto lenti.