Il deputato George Galloway, cacciato dal Labour da Blair: «Il premier è un irresponsabile»
«Se noi bombardiamo gli altri, gli altri continueranno a bombardare noi». Mesi fa George Galloway è stato cacciato dal partito laburista per aver criticato Tony Blair e la sua politica in Iraq. Dopo aver fondato il suo partito strappando ai laburisti una roccaforte storica nelle ultime elezioni, Galloway è ancor più convinto delle sue opinioni ed è pronto a spiegarle al manifesto: «L’unico modo per spezzare questo ciclo di violenza è tirarci fuori dal pasticcio di politica estera in cui Blair e Bush ci hanno cacciato. Nel suo intervento da Gleaneagle subito dopo gli attentati, il primo ministro ha descritto le atrocità di ieri come una giustificazione per la sua guerra al terrorismo quando questa, invece, è proprio la causa dell’odio contro di noi. Se permettiamo che questi orrendi atti terroristici vengano usati per giustificare altre violenze da parte nostra, chiunque sia dietro queste atrocità cercherà nuovamente di uccidere e il ciclo di morte e distruzione continuerà».
Che differenza c’è tra quello che è successo ieri qui a Londra e quello che è successo mesi fa a Falluja?
Nessuna. Una persona uccisa da una bomba muore della stessa morte se viene uccisa qui, a Madrid, a Falluja o a Baghdad. Non esiste una giustificazione per la loro morte. Come non c’è differenza tra una guerra illegale basata su menzogne e l’orrendo atto terroristico avvenuto ieri.
Pensa che se le truppe straniere fossero ritirate dall’Afghanistan e dall’Iraq non ci sarebbero più attentati?
No. Ma allo stesso tempo, perpetrando le nostre politiche, continuiamo a mettere a repentaglio la vita dei nostri cittadini. Cambiando politica cominceremo a essere più sicuri.
Come si potrebbe dunque sconfiggere la minaccia terroristica?
Osama Bin Laden è un selvaggio oscurantista e sarebbe interamente isolato nel mondo musulmano se non ci fosse una riserva di odio tra la gente che lui può sfruttare. Bin Laden non sarà mai un uomo di pace, ma se non ci fosse questo lago d’odio – usando una metafore di Mao – Bin Laden diventerebbe un pesce fuor d’acqua e finirebbe con l’asciugarsi e morire. Visto, però, che noi continuiamo ad alimentare questo lago con il sangue, Bin Laden continua ad avere un posto dove nuotare.
Si potrebbe mai applicare le lezioni imparate con l’Ira e cominciare a negoziare con i terroristi?
No, non c’è possibilità di negoziare con Al Qaeda. Quello che dobbiamo fare è asciugare il lago in cui Al Qaeda nuota. E allora Bin Laden diventerà come una balena arenata. Per fare ciò dobbiamo risolvere la questione palestinese, l’occupazione dell’Iraq e dell’Afghanistan e togliere il nostro supporto ai regimi corrotti al potere in gran parte dei paesi musulmani. Così Bin Laden sarà fermato. Come successe all’Ira, rimasta violenta e piena di odio, ma senza seguito.
Cosa pensa del fatto che, subito prima degli attentati, i servizi segreti britannici avevano abbassato il livello di allerta?
Non critico i servizi segreti, non credo che siano colpevoli. Sono i politici a essere colpevoli per quello che è successo. L’intelligence ci aveva espressamente avvertito dei rischi di andare in guerra.
Ieri e oggi qual è stata la sua impressione camminando per le vie di Londra?
Che i londinesi stanno pagando un prezzo altissimo per la speciale relazione che lega Tony Blair a George Bush. Ieri ho provato grande rabbia, perché mi è parso che tutto ciò che il movimento contro la guerra aveva previsto si sia avverato. Avevamo detto che in Iraq non c’erano armi di distruzione di massa, che non c’era Al Qaeda e che non saremmo stati ben accolti. Avevamo detto che il mondo sarebbe diventato più insicuro e anche su questo ieri si è visto che avevamo ragione. Per questo ho provato rabbia. A parte questo, per le strade ho visto la grandezza della gente di quest’isola. Ho sentito la volontà stoica di comportarsi normalmente e continuare con la propria vita.