La politica è l’acqua. In piazza a Palermo

Un movimento per vivere, questo sarà il senso più profondo della manifestazione nazionale per l’acqua pubblica indetta dal Forum italiano, che percorrerà oggi le strade di Palermo. Sarà la prima manifestazione nazionale per l’acqua e vedrà assieme cittadini, studenti, lavoratori e sindacati, amministratori pubblici e partiti. Sarà la manifestazione di quel sentimento che da tempo – dalla Val Susa a Vicenza – sembra percorrere molti cortei.
C’è la percezione che il territorio in cui viviamo e i beni comuni che garantiscono la vita siano in pericolo, che in qualche modo occorre intervenire, farsi sentire, riprendersi la politica. E l’acqua ha, più d’ogni altra cosa, questo significato.
Per questo la manifestazione dirà a tutti: fermiamoci, guardate che l’acqua scarseggia, le piogge non riescono più a riempire ciò che svuotiamo per l’eccessivo consumo dovuto a modelli produttivi agricoli ed industriali insostenibili, che stiamo inquinando troppo questo bene.
Dirà alle istituzioni, nazionali e locali: decretate una moratoria delle privatizzazioni dei servizi idrici, mettete un freno alla mercificazione di un bene insostituibile, che proprio perché diventa raro sollecita l’avidità. Cessate di fare leggi che consegnano ai privati i servizi pubblici e i beni comuni.
Dirà agli amministratori: guardate che la vostra missione è quella di gestire i servizi essenziali e di gestirli bene, in modo efficace, efficiente, economico ed onesto, garantendo la partecipazione dei cittadini. Guardate che consegnare al mercato la gestione di un patrimonio di impianti, professionalità e conoscenza, accumulati dalla collettività, è come fare i liquidatori fallimentari della democrazia e della comunità.
Ma la manifestazione e la raccolta di firme sulla proposta di legge, ci richiamano a riflessioni ben più profonde sul tempo che stiamo vivendo e chiedono a tutti risposte non più rinviabili.
Per intenderci: è vero ciò che è stato dichiarato in tutti i summit internazionali del 2006 e ciò che sta scritto nel Rapporto dell’Undp sullo sviluppo umano che ha per titolo «Crisi mondiale dell’acqua»? E’ vero che i combustibili fossili e il petrolio saranno esauriti nei prossimi decenni, che anche l’acqua si sta esaurendo, che ne abbiamo consumato più della metà negli ultimi cinquant’anni? Che nel 2050 il 48% della domanda resterà inevasa? Che ci saranno duecento milioni di profughi idrici all’anno e che metà della popolazione non avrà accesso all’acqua potabile e alle fogne e che per questo muoiono già ora 4.900 bambini al giorno?
E’ vero che 820 milioni di contadini del sud del mondo rischiano al 2050, di essere spazzati via dalla siccità e da un mercato dominato da iniqui rapporti? E’ vero ciò che scrivono i bollettini delle borse che gli investimenti dell’acqua assicureranno incredibili profitti? Che la Russia, come per il gas, metterà l’acqua in condotte internazionali per venderla e che – come è stato scritto – occorre un’Opec dell’acqua? E’ vero che in Italia l’acqua è diventata cosa da protezione civile e che nei prossimi mesi, forse, non riusciremo a garantirla tanto alle industrie che all’agricoltura?
Se tutto questo è vero, allora la politica è questa, l’acqua, non altro. Non è quella dell’agenda dei mercati, dei partiti della crescita, delle istituzioni e nemmeno quella delle religioni. Anche il tempo della politica è un’altra cosa: è definito dall’emergenza dal 2050, dal possibile collasso idrico, dal collasso della vita e dei legami comunitari. I tempi veri della politica sono questi, si misurano nei prossimi decenni, non sono quelli della crescita illimitata, nemmeno quelli del «sol dell’avvenire» o quelli dell’eternità…della chiesa.
I tempi sono qui davanti a tutti noi, sotto i nostri occhi distratti dai nostri desideri che scambiamo per politica, o per diritti universali per i quali siamo disposti a batterci appassionatamente.
Pensiamoci: questa condizione e questo tempo della politica sono del tutto nuovi e chiamano in causa l’umanità, l’etica, la vita, un «che fare» che si scrive in tanti, cominciando a mobilitarci in tanti, partecipando ad un movimento che possiamo chiamarlo in altri modi, ma è per la vita.

*Contratto Mondiale dell’Acqua