La pace negata

Il giubbotto antiproiettile non è riuscito a salvare la vita del maresciallo Simone Cola. Una pallottola si è infilata sotto l’ascella e ha troncato la vita di questo giovane padre di una bimba di 5 mesi. La parata di Stato infarcita di eroismo e di sprezzo del pericolo si è ben presto manifestata in tutti i telegiornali e sulle prime pagine dei quotidiani della destra, nonchè di quella sinistra a cui non dispiace del tutto l’uso della guerra come risolutrice delle controversie internazionali.
Amarcord di un articolo della Costituzione tanto violato quanto citato e ripetuto.
La pallottola assassina (ammesso che esistano pallottole filantrope…) proveniva da un fucile, una mitragliatrice o un’arma dei terroristi o dei resistenti iracheni? Una domanda che sottintende una esplicita quanto superficiale condanna di qualsiasi azione armata venga intrapresa contro le truppe di occupazione in Iraq.
Un dubbio che sollecita ancora una volta la spirale “guerra-terrorismo” al ruolo di protagonista nella scena del dramma bellico iracheno e mediorientale, nel suo insieme, capace di rendere invisibile il fenomeno della Resistenza. Decine di migliaia di iracheni sono impegnati nella quotidiana lotta resistenziale e le nostre truppe, ci piaccia o meno, sono truppe al servizio dell’occupazione di un Paese sovrano che la sua sovranità ha perso con l’invasione americana, tutta dedicata alla nuova egemonia imperialistica delle zone del petrolio.
La pallottola assassina questa volta ha colpito un giovane italiano. Ma chi ha visto le proprie città, come Falluja, rase al suolo dalle bombe e violentate nelle carni delle sue genti dai soldati “liberatori”, non può certo curarsi della nazionalità di chi occupa il proprio Paese. Certo, oggi più di ieri ci dispiace della morte di un soldato perchè era italiano. Ma quante volte ci permettono di indignarci per il popolo iracheno? Noi che da sempre siamo dalla parte di chi è oppresso, sappiamo piangere per la morte di un nostro soldato, ma sappiamo anche disperarci per la pace negata ad un intero popolo.