La NATO inserisce l’esperienza libica nel modello di guerra globale

Traduzione di l’Ernesto online

*Rick Rozoff vive a Chicago, Illinois. Da quarant’anni è impegnato in ricerche e iniziative contro la guerra. E’ direttore di STOP NATO International.

Mentre la guerra dell’Occidente contro la Libia entra nel suo quarto mese e la NATO ha realizzato più di 11.000 attacchi aerei, 4.300 missioni di attacco su questa nazione, l’unico blocco militare del mondo sta ormai applicando nel conflitto le lezioni apprese dal suo modello internazionale di intervento militare basato sulle precedenti guerre nei Balcani, Afghanistan e Iraq.

Ciò che la NATO chiama Operazione Protettiva Unificata ha fornito all’Alleanza l’occasione di poter continuare a reclutare per la rete mondiale bellicista del blocco i partecipanti alla Cooperazione per la Pace come Svezia e Malta, gli affiliati all’Iniziativa di Cooperazione di Istanbul come Kuwait ed Emirati Arabi Uniti e i membri della cooperazione del Dialogo Mediterraneo Giordania e Marocco. Svezia, Giordania ed Emirati Arabi Uniti hanno anche personale militare assegnato alla Forza Internazionale di Aiuto alla Sicurezza della NATO nella guerra in Afghanistan che dura ormai da dieci anni. Nel primo caso, truppe della nazione scandinava sono state coinvolte per la prima volta in due secoli in un ruolo di combattimento, uccidendo e morendo in Afghanistan, fornendo otto aerei da guerra per l’attacco alla Libia e preparandosi ad aggiungere forze di mare.

I conflitti militari scatenati e gli altri interventi realizzati dagli USA e dai loro alleati della NATO negli ultimi dodici anni – contro Jugoslavia, Afghanistan, Macedonia, Iraq, Somalia, Sudan, Pakistan e Libia – hanno contribuito a far si che il bilancio militare statunitense sia più che raddoppiato nell’ultimo decennio e che le esportazioni di armi degli USA siano quasi quintuplicate nel medesimo periodo.

Il Pentagono e la NATO stanno attualmente concludendo l’esercitazione navale “See Breeze 2011” nel Mar Nero di fronte alla costa dell’Ucraina, vicino alla sede della Flotta Russa del Mar Nero collocata a Sebastopoli. I partecipanti sono USA, Gran Bretagna, Azerbaigian, Algeria, Belgio, Danimarca, Georgia, Germania, Macedonia, Moldavia, Svezia, Turchia, e la nazione ospitante, Ucraina. Tutte, ad eccezione dell’Algeria e della Moldavia, sono Nazioni Contribuenti di Truppe per la guerra afghana della NATO. Le manovre annuali sono iniziate nuovamente l’anno scorso dopo che il parlamento ucraino le aveva proibite nel 2009. L’esercitazione di quest’anno è stata organizzata per iniziativa del Capo di Stato Maggiore congiunto degli USA, l’ammiraglio Michael Mullen. Le esercitazioni di “See Breeze 2011” dello scorso anno, le più imponenti nel Mar Nero, hanno coinvolto 20 navi, 13 aerei e più di 1.600 militari di USA, Azerbaigian, Austria, Belgio, Danimarca, Georgia, Germania, Grecia, Moldavia, Svezia, Turchia e Ucraina.

Quest’anno, l’incrociatore con missili teleguidati “USS Monterey”si è aggregato all’esercitazione. La nave da guerra è la prima dispiegata nel Mediterraneo, e ora nel Mar Nero, nell’ambito del programma “Pentagon’s Phase Adaptative Approach interceptor missile program”, che nei prossimi anni comprenderà almeno 40 intercettori “Standard Missile-3” in Polonia e in Romania e distruttori della “classe Aegis” nel Mediterraneo e nei mari Nero e Baltico. Gli analisti politici e i comandanti militari russi considerano le versioni perfezionate del missile, Block IB, Block IIA e Block IIB, come minacce per i missili di lunga gittata della Russia e per il potenziale strategico della nazione.

L’ex diplomatico indiano M.K. Bhadrakumar ha scritto in un recente articolo:

“Non c’è dubbio che gli Stati Uniti stanno aumentando la pressione sulla flotta della Russia nel Mar Nero. La provocazione statunitense ha luogo sullo sfondo della situazione in Siria. La Russia ha ostinatamente bloccato i tentativi degli Stati Uniti di giustificare un intervento in Siria sul modello di quello che ha luogo in Libia. Mosca ritiene che una ragione importante della pressione statunitense, nel tentativo di ottenere un cambiamento di regime in Siria, è fare in modo che venga chiusa la base navale russa in quel paese”.

“La base in Siria è l’unico punto di appoggio della Russia nella regione del Mediterraneo. La Flotta del Mar Nero conta sulla base in Siria per sostenere la presenza dell’armata russa nel Mediterraneo. Il cerchio si stringe con l’installazione di basi militari russe in Romania e l’apparizione della nave da guerra statunitense nella regione del Mar Nero”.

La “USS Monterey”, la cui presenza nel Mar Nero è stata criticata come una violazione della Convenzione di Montreux del 1936, ritornerà nel Mediterraneo, dove sono presenti anche l’ultima portaerei nucleare degli USA, “USS George H.W. Bush”, e il suo gruppo d’attacco di portaerei con 9.000 militari e circa 70 aerei, dopo avere recentemente visitato le Forze Navali Europa/Africa e la Sesta Flotta USA, nella loro base di Napoli, in Italia, esattamente a nord della Libia.

La settimana scorsa il battello anfibio d’attacco “USS Bataan” ha partecipato ad un’esercitazione con la controparte francese “FS Tonnere” nel Mediterraneo. Il sito dell’esercito degli Stati Uniti ha dichiarato che la prova “fornirà alla Tonnere flessibilità aggiuntiva nell’azione di sostegno all’Operazione di Protezione Unificata diretta dalla NATO”. Il Gruppo Anfibio Preparato dell’ “USS Bataan” comprende, si calcola, 2.000 marines della 22° Unità di Spedizione dei Marines, decine di aerei da guerra e d’attacco, e diversi elicotteri, ed è destinato all’azione in Libia e, se il modello si dovesse ripetere, in Siria.

Gli USA e gli alleati e partner della NATO, Albania, Algeria, Croazia, Egitto, Grecia, Italia, Malta, Mauritania, Marocco, Spagna, Tunisia e Turchia hanno svolto l’esercitazione marittima “Phoenix Express 2011” nel Mediterraneo Orientale e Centrale dal 1 al 15 giugno, che ha compreso manovre in appoggio all’Iniziativa Globale contro la Proliferazione degli USA.

Sempre in questo mese, la NATO ha realizzato la sua esercitazione aerea e navale “Northern Viking”, l’ultima di una serie di manovre sotto questa denominazione che si svolgono ogni due anni in Islanda, con 450 militari della NATO di USA, Danimarca, Islanda, Italia e Norvegia. Il sito web del Comando Europeo USA ha citato il comandante del distaccamento norvegese che ha detto: “Le esercitazioni [come “Northern Viking 2001”] permettono ai piloti di prepararsi a scenari nel mondo reale, come l’operazione Odissey Down, il nome attribuito alla campagna militare occidentale in Libia, dal 19 al 30 marzo.

Questa settimana, il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha visitato la Gran Bretagna e la Spagna e, nel primo paese, si è incontrato con il primo ministro David Cameron, il segretario agli esteri William Hague e, in Spagna, con il presidente del governo José Luis Zapatero , la ministra degli esteri Trinidad Jiménez e quella della difesa Carme Chacon.

A Londra, Rasmussen ha concentrato l’attenzione sulle guerre in Libia e Afghanistan, entrambe sotto il comando NATO, promuovendo la creazione dell’ala europea del sistema internazionale di missili intercettori degli USA.

Lo ha fatto, quasi in risposta parziale al rimprovero che gli Stati membri della NATO hanno ricevuto recentemente dal ministro della difesa degli Stati Uniti, Robert Gates, a cui Rasmussen è costretto a rendere conto, seppure in forma non ufficiale.

“La NATO è più necessaria e desiderata che mai, dall’Afghanistan al Kosovo, dalla costa della Somalia alla Libia. Siamo più attivi che mai”.

In Spagna ha parlato davanti al Senato in un discorso dal titolo: “La NATO e il Mediterraneo: i cambiamenti in corso” e secondo il sito web del blocco, ha sottolineato “il ruolo in fase di cambiamento della NATO nel Mediterraneo, che si concentra in particolare sull’Operazione di Protezione Unificata sul futuro ruolo della NATO nella regione”. Ha promesso anche che “possiamo aiutare a fare in modo che la Primavera Araba fiorisca veramente”. Viene da pensare alla Libia e alla Siria, e domani all’Algeria e al Libano come obiettivi della ipocrita preoccupazione della NATO, ed anche all’Egitto e alla Tunisia, come già ebbe a dire Rasmussen, per quanto riguarda l’addestramento delle loro forze armate da parte della NATO e la ricostruzione delle loro strutture di comando in accordo con gli standard dell’Alleanza, così come si sta facendo in Iraq.

La guerra contro la Libia, il primo conflitto armato della NATO nel Mediterraneo e nel continente africano, sta consolidando il controllo del Mediterraneo già esercitato dalla continua missione di vigilanza e interdizione Operazione Sforzo Continuo lanciata nel 2001 in base all’articolo 5 della fornitura di aiuto militare collettivo.

Mentre Rasmussen si trovava in Gran Bretagna, l’ambasciatore russo presso la NATO Dmitri Rogozin ha dichiarato che “si sta trascinando la NATO in un’operazione terrestre”, e ha affermato: “La guerra in Libia significa… l’inizio della sua espansione verso sud”.

Due giorni prima, Stati Uniti e NATO hanno completato “Operazioni Baltiche (BALTOPS) 2011”, che hanno coinvolto 20 navi di 11 nazioni europee, la nave ammiraglia della Sesta Flotta USA nel Mediterraneo, “USS Mount Whitney”, altre imbarcazioni da guerra statunitensi e la squadra di comando, il Gruppo di Attacco di Portaerei 8.

Allo stesso tempo, nel Mar Baltico, è stata avviata l’esercitazione “Amper Hope 2011”, della durata di 11 giorni, in Lituania il 13 giugno, con la partecipazione di 2.000 militari di paesi membri della NATO: USA, Canada, Estonia, Lettonia, Lituania, Norvegia e Polonia e i membri della Partnership della Pace, Georgia e Finlandia. Le ex repubbliche sovietiche affiliate alla Partnership per la Pace, Armenia, Azerbaigian, Belarus, Kazakhstan, Moldavia e Ucraina, assistono come osservatori.

La seconda fase dell’esercitazione è cominciata il 19 giugno e, secondo il Ministero della Difesa della Lituania, “i soldati seguiranno un piano stabilito, basato su lezioni apprese dalla Lituania e dai soldati stranieri in Afghanistan, Iraq e di fronte alla costa somala”; in quest’ultimo caso, ci si riferisce all’attuale Operazione Scudo Oceanico della NATO. Il blocco ha pure aerotrasportato migliaia di soldati ugandesi e burundesi in Somalia per combattere nella capitale Mogadiscio.

La Conferenza Militare dei Partner Strategici ha ascoltato, tra gli altri, il generale francese Stephane Abrial, del Comando Supremo Alleato per la Trasformazione della NATO di Norfolk, Virginia, che ha detto: “Sono convinto che l’operazione in Libia avrà successo”, sebbene abbia ammesso nella sua dichiarazione iniziale che le ostilità potrebbero prolungarsi di molto nel futuro.

La “Rotational Force” del Mar Nero con compiti Aria-Terra dei corpi speciali dei Marines, dopo aver effettuato esercitazioni in Romania, ha svolto manovre per due settimane in Bulgaria il 13 giugno con soldati della nazione ospitante e, per la prima volta, in Serbia, in una delle quattro basi aeree e della fanteria del paese in cui si è installato il Pentagono dal 2006. Il precedente addestramento in Romania ha avuto luogo in una delle quattro basi ottenute in questa nazione.

La stampa locale ha informato che la maggior parte dei marines coinvolti sono arrivati al Campo di Addestramento di Novo Selo “direttamente dall’Afghanistan” su aerei da trasporto Hercules C-130.

Il tenente colonnello Nelson Cardella del Corpo dei Marines USA ha dichiarato in merito alle esercitazioni: “Addestreremo i nostri soldati per migliorare l’ “interoperatività” del nostro personale” per la guerra afghana e altre del futuro.

“Standart News” della Bulgaria ha annunciato che “il prossimo anno l’esercitazione della Rotational Force del Mar Nero avrà luogo in Serbia.

La missione della Rotational Force del Mar Nero, formata l’anno scorso, è di integrare attraverso la NATO le forze armate di dodici nazioni dei Balcani, della regione del Mar Nero e del Caucaso Albania, Azerbaigian, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Georgia, Macedonia, Moldavia, Montenegro, Romania, Serbia e Ucraina, per la loro dislocazione in Afghanistan e in altre zone di guerra e in future situazioni di conflitto.

Ognuna delle guerre che gli USA e i loro alleati hanno scatenato dal 1999 sono state in grado di far ottenere nuove basi militari e contingenti di spedizione al Pentagono e all’Alleanza, in nazioni soggiogate e vicine nel sud est dell’Europa, nel Mediterraneo orientale e nel Golfo Persico e nell’Asia meridionale e centrale.

Così, come le guerre jugoslava, afghana e irachena hanno contribuito a sviluppare la capacità di intervento militare internazionale della NATO, diretta dagli Stati Uniti, per il suo uso attuale contro la Libia, l’esperienza libica verrà impiegata nei futuri conflitti.

© Copyright Rick Rozoff, Global Research, 2011