La Mayday Parade ora parla francese

Un, deux, trois, venti! Il marzo francese è di tutti e non finirà, come minimo continua fino al primo maggio. Precarie e precari di tutta Europa sarebbe ora di muovere le chiappe! Sta per arrivare la Mayday parade 2006 (www.euromayday.org). La parata anarco-sindacalista estremamente pink nata a Milano sei anni fa questa volta si festeggia in ben venti città da Helsinki a Siviglia. E non può che parlare francese. Milano è un gran Milano e resta la festa più partecipata, ma quest’anno «anche Parigi farà il botto». Ieri tutti gli appuntamenti sono stati presentati a Bruxelles con azioni erranti per la capitale d’Europa. I precari hanno occupato la lobby del padronato europeo Ert, hanno distribuito ovetti di pasqua e un mini corteo è sfilato davanti all’ufficio brevetti e alla sede della Commissione europea, passando di fronte alla moschea con tanto di tromba della pace per finire nella chiesa di Saint-Gilles da poco sgomberata dai sans papiers.
Il movimento anti-Cpe non poteva che lasciare il segno. I primi a parlare sono studenti e precari francesi. «Siamo stati sorpresi di incontrare al nostro fianco nelle manifestazioni, durante le azioni e nelle nostre università occupate, italiani, tedeschi, inglesi, spagnoli, belgi, portoghesi. Avete seguito con speranza il nostro movimento, ci avete dato il vostro sostegno e soprattutto ci avete fatto capire che questa lotta doveva essere condotta non solamente a livello nazionale ma anche a livello europeo». Ecco perché l’onda francese ha deciso di dilagare nella Mayday transnazionale. Nei giorni scorsi il link dei francesi con gli altri precari europei è stato messo a punto nei cortei notturni dopo i discorsi di Chirac e nelle assemblee nelle università. Da Parigi a Limoges a Marsiglia si è riconosciuta l’opportunità di portare avanti la lotta alla precarietà anche oltre e prima dei sindacati ufficiali. La Mayday parigina partirà da Pigalle alle 17, sono attese decine di migliaia di manifestanti da tutta Europa, anche dall’Italia, in particolare da Roma.
Altri due snodi chiave del primo maggio precario andranno in strada a Siviglia, con particolare attenzione al tema della precarietà e in collegamento diretto con le enclaves spagnole in Africa di Ceuta e Melilla, e a Helsinki dove già nelle passate edizioni la parata ha superato abbondantemente la partecipazione delle tradizionali celebrazioni sindacali. Con un occhio a Parigi, la capitale della Mayday rimane Milano dove tutto è iniziato e dove la Mayday è ormai una specie di «istituzione» atipica. Fra le tante sorprese, ci sarà una lotteria precaria, sfileranno carri di tutti i tipi compreso quello dei precari di palazzo Marino, le bici di critical mass e i lavoratori musicali della Scala. Lo slogan ufficiale è lo stesso in tutta Europa: «Diritti sindacali, maternità pagata e continuità di reddito per tutte e tutti», che tradotto vuol dire «facciamo tutti come la Francia! Perché – spiegano i precari – il Cpe alla fine l’hanno dovuto ritirare alla grande e con la coda fra le gambe».
Per chi storce il naso perché non sa che diavolo vuol dire flexsecurity e per non sentirsi troppo a disagio è tentato dall’idea che questi precari siano fantasiosi ma «poco seri», va ricordato che la mayday in pochi anni è diventata la più grande manifestazione del primo maggio e ha contribuito a far entrare nelle discussioni politiche il misconosciuto tema del lavoro precario tenendo botta a quei capoccioni che continuano a teorizzare che la precarietà, sarà brutta, ma è necessaria e ineluttabile.
Il linguaggio è cyberpink, ma le richieste anche quest’anno sono molto chiare e concrete: «Chiediamo che venga sbloccata la direttiva europea su lavoro temporaneo e flessibilità che è ferma da due anni e che Blair e Barroso vorrebbero buttarla nel cestino, la chiusura dei centri di detenzione per stranieri e free download e upload, ovvero possibilità di caricare, scaricare e scambiare liberamente e gratuitamente conoscenze, testi, musica, file e programmi su internet». Se vi sentite ancora confusi, pensate che la Mayday milanese – 25 aprile a parte – sarà la prima grande manifestazione postelettorale. E l’obiettivo è evidente. «E’ buono che Epifani abbia subito chiesto di abolire la legge 30 – dice Alex Foti, inventore della Mayday e candidato verde al consiglio comunale di Milano – perché la legge 30 è il nostro Cpe».