Qual è stato il costo economico della guerra irachena per l’Iraq? Diversi studi si sono occupati del costo della guerra per gli americani, ma pochi hanno studiato l’altra parte.
La perdita di vite umane e sempre stata evidente. Di recente, le Nazioni Unite hanno stimato che, ogni giorno, muoiono mediamente cento iracheni, a causa della guerra. Altri osservatori, come The Lancet, la rivista britannica di medicina, hanno fissato il bilancio dei morti cinque volte più in alto, equivalente a una perdita implicita del due per cento della popolazione irachena dall’invasione del marzo 2003.
Il costo economico è stato meno visibile. Le informazioni pubblicate sull’argomento sono molto limitate, sebbene un economista, Colin Rowat, abbia condotto alcuni calcoli preliminari. Rowat, uno specialista di economia irachena all’Università di Birmingham in Gran Bretagna, si è affidato principalmente sui dati del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) per fare una stima dell’effetto complessivo della guerra sull’economia irachena. I suoi calcoli sono un lavoro aperto, ma quello che ha scoperto finora è sconvolgente: il costo è pari a un taglio di almeno il 40 per cento del reddito nazionale iracheno.
Rowat ha preso in esame lo spazio di tempo di sei anni dal 2000 al 2005 a lo ha diviso in tre parti. Durante il primo periodo, dal 2000 al 2001, le sanzioni economiche delle Nazioni Unite contro l’Iraq stavano iniziando a venire meno; il Consiglio di sicurezza alzò i limiti sulle vendite di petrolio iracheno al resto del mondo, e il governo iracheno stava iniziando ad adattarsi ad aggirare le restanti restrizioni sul commercio. Il secondo periodo, dal 2002 al 2003, copre la preparazione alla guerra e l’invasione stessa. L’ultimo periodo, dal 2004 al 2005, copre gli anni successivi all’invasione quando le sanzioni erano state rimosse.
Rowat ha portato avanti diversi tipi di calcolo. Innanzitutto, ha fatto una stima del cambiamento attuale di peso dell’economia irachena. In seguito, ha preso in considerazione gli effetti economici dell’aiuto straniero nel 2005, gran parte del quale proveniente dagli Stati Uniti. (Visto che l’aiuto straniero viene considerato temporaneo e considerato in via di esaurimento – dice – escludendo il rendimento economico sottostante).
Infine, ha valutato come l’economia si sarebbe potuta sviluppare se la guerra non ci fosse mai stata. Quest’ultima stima, naturalmente, dipende da un grande numero di supposizioni, come Rowat sarebbe il primo ad ammettere. Egli suppone, per esempio, che in assenza della guerra, l’economia dell’Iraq sarebbe stata trainata dal prezzo del petrolio. I prezzi del petrolio, infatti, sono decisivi per l’Iraq, rappresentando il 60 percento del giro economico totale, secondo la Banca Mondiale. Rowat ha anche supposto che l’economia sarebbe cresciuta tra il 2002 e il 2005 così come fedce dal 2000 al 2001 – a un andatura pari al 71 percento del tasso di crescita dei prezzi mondiali del petrolio.
Naturalmente, parte dell’aumento del prezzo del petrolio avvenuto negli ultimi anni va attribuita alla stessa guerra in Iraq, cosa che Rowat riconosce ma non analizza.
Guardando per prima cosa all’attuale economia irachena, egli ha calcolato che potrebbe essere cresciuta del 3,1 percento all’anno – in media e tenuto conto dell’inflazione – dal 2000 al 2005. Quando ha sottratto gli aiuti stranieri dal totale, comunque, ha scoperto che l’economia attualmente è decresciuta dello 0,2 percento all’anno nello stesso periodo.
Infine, in base alla rapida crescita dei prezzi del petrolio, ha stimato che – senza una guerra e con una produzione petrolifera stabile – l’Iraq sarebbe cresciuto del 12 percento all’anno, tenuto conto dell’inflazione. Questo tasso avrebbe fatto dell’Iraq una delle più rapide economie emergenti mondiali, sebbene a partire da una base economica molto piccola.
Quanto è realistica questa proiezione? È difficile dirlo, molto di essa dipende dalle rendite del petrolio. Inoltre, il Fmi prevede che l’economia irachena crescerà alla media di oltre il 10 percento annuo nei prossimi cinque anni.
Utilizzando I calcoli di Rowat, quale potrebbe essere il costo economico della guerra per l’Iraq? Se non ci fosse stata la guerra – egli stima – l’economia dell’Iraq nel 2005 potrebbe essere stata pari a 61 miliardi di dollari (al valore monetario attuale), in confronto con i 37 miliardi di dollari effettivi. Ciò equivale a un taglio del 40 percento del prodotto interno lordo pro capite – una perdita media, nel 2005, di circa 900 dollari per ogni iracheno.
Stime approssimative del costo complessivo del conflitto per gli americani si aggirano attorno ai mille miliardi di dollari su un periodo di dieci anni, che equivale circa all’1 percento del reddito nazionale durante quel periodo.
Per l’Iraq, non c’è dubbio che il perpetrarsi delle violenze e l’instabilità stiano danneggiando l’economia. L’Fmi ha dichiarato ad agosto che la produzione petrolifera irachena non è ancora tornata ai livelli pre-guerra a causa della violenza – cosa che sta scoraggiando i necessari – e ai problemi infrastrutturali.
Sebbene i calcoli di Rowat rappresentino solo gli sforzi di un economista per combattere con cifre estremamente limitate, il suo lavoro potrebbe incoraggiare altri a seguirlo. Valutare il costo economico della guerra per l’Iraq, naturalmente, non offre una risposta alla questione se la guerra sia utile nel lungo periodo. Ma offre un’indicazione.
(Traduzione di Carlo Maria Miele)