La Gm non è più in testa

La notizia non è giunta inaspettata, ma è lo stesso clamorosa: nel primo trimestre dell’anno la Toyota ha conquistato la leadership mondiale nelle vendite di auto piazzando 2,348 milioni di vetture contro i 2,26 milioni della General motors. del rivale americano. E’ la prima volta che il costruttore giapponese supera il colosso di Detroit. Anche a livello di produzione Toyota vince con 2,367 milioni (contro i 2,335 milioni della Gm).
Già in alcuni mesi dello scorso anno la Toyota aveva superata la Gm come dati di produzione e vendita di vetture. Insomma, la tendenza era già evidente. Il dato del primo trimestre è la conferma del trend e tutti gli analisti ritengono che sia solo una questione di tempo quando Toyota detronizzerà una volta per tutte il gruppo Usa guidato da Richard Wagoner, che ha accusato nel 2006 un deficit pari a 2 miliardi di dollari a causa in particolare delle ristrutturazioni in corso che comporteranno 35 mila esuberi in Nordamerica.
Tutt’altra musica per Toyota che il 9 maggio, quando renderà noti i dati del bilancio per l’anno fiscale 2006/07, annuncerà secondo le indiscrezioni che circolo da settimane sulla stampa nipponica, risultati superiori al piano industriale del gruppo che aveva previsto un record assoluto per vendite e profitti. Le previsioni sono infatti concordi nello stimare un fatturato intorno a 24 mila miliardi di yen (+10% sul precedente esercizio), contro stime iniziali di Toyota di 23.200 miliardi, e di un utile operativo in rialzo del 20% a 2.250 miliardi rispetto a un target di 2.200 miliardi. La performance è stata sostenuta dal positivo andamento sul mercato nordamericano, vale a dire proprio sul terreno dove in passato la Gm era l’indiscussa numero uno. Il forte incremento delle vendite negli Stati uniti e in Canada è avvenuto grazie a una accorta politica dei prezzi che ha orientato la domanda (in conseguenza anche del forte aumento dei prezzi del combustibile) sulle utilitarie, sulle auto compatte e sui veicoli a maggiore efficienza energetica.
Già nel corso del salone dell’auto di Detroit svoltosi nei primi giorni di gennaio, i dati delle vendite mostravano l’irresistibile declino dei produttori Usa. Le «big three» (Gm, Ford e Chrysler, ora con la Daimler)da almeno un decennio registrano perdite consistenti di quote di mercato in Nordamerica. Solo nel 2006 globalmente sono scese dal 56,9% del totale delle immatricolazioni nel 2005 al 53,7%. A godere sono stati soprattutto i produttori nipponici: Toyota, Nissan e Honda hanno visto crescere la loro quota di mercato dal 28,2% al 30,7%. Rick Wagoner non si arrede all’idea che la Gm possa essere superata stabilmente dalla Toyota, ma i numeri non sono dalla sua parte. Nel 2007, infatti, il colosso giapponese dovrebbe produrre 9,3 milioni di autovettute, mentre la produzione Gm scenderà a 9,1 milioni di auto.
A proposito del 2006, lo scorso anno il mercato mondiale dell’auto ha registrato 61,9 milioni di unità vendute, con un incremento dell’1% sul 2005. E anche per quest’anno è previsto un aumento delle vendite che cresceranno soprattutto in paesi emergenti come Cina (che è diventata esportatrice netta di vetture), Brasile e India. Ma anche in questo contesto appare difficile per la Gm, vista la chiusura in corso di numerosi stabilimenti, pensare a un aumento della produzione nel corso dell’anno.
Invece a settembre scorso il presidente di Toyota, Katsuaki Watanabe, ha dichiarato che conta di arrivare dal 2008 alla quota di dieci milioni di vetture vendute nel mondo. Una delle chiavi del successo planetario della casa automobilistica nipponica, oltre alle innovazioni tecnologie di risparmio energetico, è la filosofia della produzione «snella» basato su individuazione degli sprechi, assenza di magazzino e rapida evasione degli ordini. Il «modello Toyota» ha permesso ai suoi ideatori di raddoppiare in 25 anni la produttività rispetto ai diretti concorrenti.