La Francia è indecisa, ma Sarkozy impone la sua agenda

A meno di due settimane dal primo turno del 22 aprile, ancora il 42% degli elettori resta indeciso, anche se per quasi il 60% il vincitore del 6 maggio sarà Nicolas Sarkozy. C’è un fatto, che potrebbe dare ragione a questo pronostico: la campagna elettorale è sempre di più centrata sui temi di destra. Ségolène Royal – che del resto era salita nei sondaggi all’inizio proprio grazie al tema dell’inquadramento militare dei giovani delinquenti, cioè un argomento che esula dalla tradizione della sinistra – non riesce a riportare la discussione sui temi sociali e del lavoro. Era questa la sua intenzione per la dirittura d’arrivo. Ma la confusione creata dalla proposta del contratto specifico per i giovani senza diploma (contratto di un anno presso degli artigiani, pagato dallo stato), in fretta accusato di essere una copia riveduta e corretta del famigerato Cpe di Villepin, ha in fretta distolto l’attenzione dalle questioni sociali.
Dopo i giorni della bandiera in ogni casa (proposta Royal) e del ministero dell’immigrazione e dell’identità nazionale (controproposta di Sarkozy), adesso il candidato dell’Ump sta imponendo a tutti la sua agenda. Visto che è convinto di dover andare a pescare i voti nell’elettorato del Fronte nazionale, a causa della presenza ingombrate del centrista François Bayrou, Sarkozy non ha più remore ad adottare un’ideologia neo-con all’americana, con il tocco francese dell’anti-sessantottismo. L’ultimo argomento è la presenza di tendenze innate negli individui, per combattere l’idea di responsablità sociali nel comportamento delinquenziale. L’esempio scelto da Sarkozy sono i pedofili. «Non mi si può venire a dire – ha ancora detto ieri – che è normale aver voglia di violentare un bambino ogni tre anni». Per Sarkozy pedofili si nasce. La stessa cosa vale per i giovani che si suicidano: la colpa non è di nessuno, ma solo della intrinseca «debolezza» della persona. «Qual è la differenza tra innato e acquisito? Mi guarderò bene dal dare una risposta – ha precisato – ma molta gente si pone questa domanda». Per Sarkozy «ciò che conta è che i francesi capiscano che voglio fare politica diversamente». La presa di posizione sui pedofili e sui giovani suicidi arriva dopo una lunga serie di revisionismi rispetto alla mentalità dominante. Nel corso della campagna, Sarkozy ha ripreso la polemica contro il «pentimento» di cui farebbe prova la Francia rispetto alla propria storia: contro Jacques Chirac, che è stato il presidente che ha riconosciuto le responsabilità francesi nella deportazione, Sarkozy afferma che la Francia «non ha inventato la soluzione finale» e non ha «commesso nessun genocidio», ma può al contrario essere fiera di essere la patria dei diritti dell’uomo (del resto, erano stati i deputati dell’Ump, partito di cui è presidente, ad aver presentato la legge, poi ritirata da Chirac, sul «valore positivo» della colonizzazione).
In questo contesto, la sinistra è spiazzata. «Numerose idee di destra sono penetrate nella mentalità dei suoi avversari politici – analizza Eric Dupin nel libro A droite toute (Fayard) – Le sinistre occidentali stanno intraprendendo un cambiamento spettacolare. Ormai, è la sinistra, non la destra, che non ha più fiducia in se stessa». Dupin parla della sinistra che ormai «inscrive la sua azione nel campo dell’avversario». Royal ha raccolto i suoi migliori successi nei sondaggi quando ha parlato di inquadramento militare dei giovani delinquenti e di «ordine giusto», poi ha cercato di rilanciare con l’appello all’identità nazionale. La svolta parte da una constatazione: la sinistra non è mai stata così minoritaria in Francia. Royal, se arriverà al secondo turno, non avrà riserve di voti a sinistra, causa il crollo del Pcf. Anche l’estrema sinistra è in calo nelle intenzioni di voto e non è comunque detto che i suoi elettori votino al ballottaggio per la candidata socialista.