Il protocollo del 23 luglio su welfare e pensioni non piace alla Fiom e oggi il comitato centrale dei metalmeccanici Cgil dovrebbe votare con una maggioranza ampia un documento che non approva fl testo del governo firmato dalle confederazioni. Nella relazione introduttiva, il segretario generale Gianni Rinaldini ha apprezzato la scelta di Cgil, Cisl e Uil di dare la parola ai lavoratori attraverso una consultazione con voto segreto e certificato, così come avvenne nel ’95 quando la riforma in votazione era quella delle pensioni firmata Dini. Stesso metodo di 12 anni fa, il che vuol dire che in ognuna delle migliaie di assemblee nei posti di lavoro sarà rappresentata una sola posizione, quella di Cgil, Cisl e Uil. Di conseguenza, anche i dirigenti Fiom saranno chiamati a sostenere tra i lavoratori il protocollo che non approvano. Perché la Fiom non è un’area congressuale come Lavoro e società o la Rete 28 aprile ma una categoria, con la sua autonomia e le differenze di antica data. Rinaldini ha ampiamente motivato la sua «non approvazione» analizzando punto per punto il testo, sia sul versante pensionistico – bene l’aumento delle minime, malissimo gli scalini che sostituiscono lo scalone – che sul versante welfare. I punti di dissenso sono noti, dalla conferma della precarietà del lavoro alla detassazione degli straordinari. Rinaldini ha ricordato le scelte strategiche effettuate dalla Fiom di Claudio Sabattini in tempi non sospetti e incentrate sull’autonomia – l’indipendenza – del sindacato. Perché i processi in atto non dipendono dalla composizione dei governi ma dalle scelte liberiste che li regolano. Per tornare al protocollo, secondo il segretario Fiom le ombre prevalgono sulle luci, perciò l’invito al comitato centrale a non approvarlo. Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgio Cremaschi il cui intervento è previsto oggi: «L’impostazione è giusta, l’accordo non va approvato».
Fausto Durante, che in segreteria della Fiom rappresenta le posizioni confederali, usa lo stesso meccanismo di Rinaldini per giungere al risultato opposto: «Siccome penso che le luci prevalgono sulle ombre, presenterò un documento alternativo in cui chiedo di votare a favore del protocollo del 23 luglio 2007». Il miglior accordo, dice, che si potesse ottenere nella situazione data. Della situazione data bisogna tener conto anche per il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che ieri ha partecipato al dibattito della Fiom. La situazione data è caratterizzata dall’attacco all’insieme del movimento sindacale e non soltanto alle sue ali più radicali, per cui diventa essenziale la difesa dell’unità sindacale. In questo senso, l’accordo firmato a luglio rappresenta un punto di tenuta nella battaglia per le difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Nonostante i limiti dell’accordo stesso (contratti a termine, straordinari), si è aperta un strada importante su cui procedere, persino sui lavori usuranti (non si va oltre le 5 mila uscite l’anno). Per questo Epifani sconsiglierebbe un voto negativo, non soltanto per non offrire il destro ai giornali per raccontare una Cgil divisa ma soprattutto per salvaguardare l’unità sindacale: «Sarebbe la prima volta che la Fiom si esprime in modo diverso dal direttivo della-Cgil». E questo, ha aggiunto «aprirebbe un problema».
Rapporti difficili, quelli tra confederazione e metalmeccanici. Anche se nessuno degli intervenuti alla riunione del comitato centrale ha chiesto un congresso straordinario, Epifani ha escluso questa ipotesi: c’è una conferenza d’organizzazione già programmata, poi ci sarà il congresso, fame uno straordinario produrrebbe la conseguenza inevitabile di collocare i metalmeccanici all’opposizione. «Non vorrei – ha aggiunto Epifani – che ci fosse un ossequio formale delle regole» da parte della Fiom «e poi in altre sedi si dessero indicazioni diverse». Conclusione, il protocollo firmato è il meglio che si potesse raggiungere, sempre «nelle condizioni date» e dunque va approvato. Se la Fiom non lo farà se ne dovrà assumere la responsabilità e sopportare le conseguenze. E non basterà andare in assemblea a sostenere il punto di vista sindacale a garantire agli occhi della Cgil la lealtà dei metalmeccanici.
Oggi il voto del comitato centrale risponderà concretamente all’appello di Epifani. Vedremo come.