La Fiat insiste con i sabati lavorativi. La Fiom: serve il consenso delle Rsu

Mentre sindacati e Fiat discutono a Roma su come utilizzare al meglio tutti gli impianti, l’esplosione della vertenza Ergom mette in ginocchio gli stabilimenti di Pomigliano d’Arco (Napoli) e Termini Imerese (Palermo), fermi rispettivamente da dieci e da cinque giorni. L’illusione che quanto accade nell’indotto dell’auto non sia un problema di cui il Lingotto si debba occupare si è sciolta, come la neve all’arrivo dei primi caldi primaverili, di fronte ai danni causati dalla mancata consegna dei componenti in plastica necessari per assemblare i modelli Alfa 147 e 159 (Pomigliano) e Lancia Ypsilon (Termini Imerese). Componenti forniti, appunto, dalla Ergom, ditta che nelle scorse settimane ha annunciato una pesante ristrutturazione con la chiusura degli stabilimenti di Napoli e Marcianise e il trasferimento di tutta l’attività a Pomigliano.
Si tratta di un piano fortemente contestato dai sindacati, anche perché provocherebbe alcune centinaia di licenziamenti. Lo scontro è perciò durissimo. Dopo i primi scioperi a scacchiera effettuati il 26 e 27 marzo, la Ergom ha reagito disponendo la messa in libertà di tutti i lavoratori. Non è quindi in atto nessun blocco delle merci, come spiega una nota delle Rsu diffusa ieri. Semmai, ribattono, «è in corso una serrata». Oggi a Napoli è in programma una riunione sindacale per vedere come affontare la vicenda. Solidarietà agli operai della Ergom è stata espressa dalla segreteria della Fiom di Termini Imerese, che sollecita anche interventi per sbloccare la situazione.
Ieri a Roma i rappresentanti di Fim, Fiom, Uilm e Fismic hanno chiesto alla Fiat «un impegno affinchè ai lavoratori coinvolti nel processo di ristrutturazione di un’azienda (la Ergom ndr ) che lavora esclusivamente per la stessa Fiat siano garantiti processi di ricollocazione al lavoro». Ma dal Lingotto non è arrivato nessun segnale positivo. Nel corso della riunione è stata affrontata anche la questione dei turni. «La Fiat – riferisce Enzo Masini, coordinatore nazionale auto della Fiom Cgil – ha fatto presente ai sindacati l’esigenza di implementare l’uso degli impianti negli stabilimenti Powertrain di Termoli (Campobasso) e di Foggia e quella di ricorrere ad alcuni sabati di lavoro straordinario negli stabilimenti Iveco di Brescia e di Mantova. I sindacati – dice ancora Masini – hanno ribadito a Fiat la necessità di ricercare intese con le Rsu negli stabilimenti interessati».
Le parti si sono quindi date un nuovo appuntamento per il 2 maggio a Roma sulla riorganizzazione del lavoro, per il 10 maggio a Torino sui diritti sindacali e per il 18 aprile per la Sevel sulla parificazione con il resto del gruppo per i trattamenti economici del lavoro notturno e festivo.