La Federal Reserve con una mossa a sorpresa ha deciso di abbassare il costo del denaro ai minimi di sempre, in una forchetta compresa fra lo zero e lo 0,25%, a seconda delle necessità che si presenteranno. La banca centrale americana ha così evitato una riduzione secca dei tassi, come avvenuto finora, preferendo una soluzione flessibile che le consentirà di agire a seconda delle circostanze. Gli analisti si aspettavano una diminuzione dello 0,5-0,75% dall’1%, quota precedente dei tassi della Fed (a settembre 2007 si trovavano al 5,25%), che ha inoltre portato il tasso di sconto allo 0,5%.
BUSH: MAI COSI’ PESSIMISTA – «Ho abbandonato i principi dell’economia di mercato per salvare il sistema», ha detto, subito dopo l’annuncio della Fed, in un’intervista alla Cnn, il presidente americano George W. Bush, dicendosi «desolato» di essere stato costretto a farlo. Il riferimento di Bush è ai ripetuti decisi interventi della sua amministrazione per evitare ulteriori stress sul mercato in un momento come quello attuale, in cui l’economia americana attraversa una «profonda recessione». Bush è apparso molto più preoccupato rispetto alle ultime uscite: «Non sono mai stato così pessimista – ha riconosciuto il presidente Usa – L’America sta attraversando una gravissima recessione».
UNANIMITÀ – La decisione della Fed è stata presa all’unanimità, ha reso noto un comunicato della Fed. La Fed «userà tutti gli strumenti disponibili» per rilanciare la crescita economica. La decisione della riserva federale ha come obiettivo quello di combattere la recessione in atto, portando i tassi a un «livello eccezionalmente basso» per un certo periodo cercando di contrastare rapidamente la pressione dei prezzi. La Fed fa poi che assumerà altre iniziative di carattere non convenzionale per stimolare i prestiti e l’attività economica, come l’acquisto su larga scala di titoli legati al settore immobiliare. L’istituto sta ancora valutando la possibilità di acquistare titoli del Tesoro a lungo termine (misura presa solo tra il 1942 e il 1951). «Dall’ultimo incontro le condizioni del mercato del lavoro sono deteriorate e i dati disponibili sui consumi, gli investimenti e la produzione industriale sono calati», spiega un comunicato della Fed. «I mercati finanziari restano in tensione e le condizioni del credito si sono ristrette. Complessivamente le prospettive per l’attività economica si sono ulteriormente indebolite. Allo stesso tempo le pressioni inflazionistiche sono diminuite in modo apprezzabile. Alla luce del calo dei prezzi dell’energia e delle commodity e delle deboli prospettive economiche, le aspettative di inflazione si modereranno nei prossimi mesi»
WALL STREET – Pochi minuti dopo la decisione della Fed, i listini di Wall Street registravano un andamento in forte rialzo. Il Dow Jones si portava a +2,80%, mentre il Nasdaq a +3,60%. Alla chiusura la crescita si faceva ancora più marcata. Il Dow Jones guadagnava il 4,31% a 8.934,2 punti, il Nasdaq saliva del 5,15% a 1.586,60 punti, mentre lo S&P 500 avanzava del 5,13% a 913,17 punti.
L’EURO SI IMPENNA – L’ euro sale fino a 1,3986 dollari come conseguenza della mossa della Fed, balzando di tre centesimi sopra il fixing della Banca centrale europea che nel primo pomeriggio era stato fissato a 1,3690.
PETROLIO – Il petrolio ha chiuso in ribasso dell’1,7% a 43,74 dollari al barile.