Luis Gerez, 50 anni, testimone chiave nel processo contro Luis Patti – vicecommissario ai tempi della dittatura argentina, che ha insanguinato il paese dal 1976 al 1983 -, è scomparso mercoledì notte a Buenos Aires. Il secondo desaparecido dopo Jorge Luis Lopez, svanito nel nulla dal 18 settembre dopo aver fatto condannare all’ergastolo il capo della polizia Miguel Etchecolatz per crimini contro l’umanità.
Gerez, ex militante della gioventù peronista negli anni ’70 aveva riconosciuto invece nell’ex-vicecommissario Patti, oggi dirigente politico della destra, il torturatore che, nel ’72, lo interrogava in una caserma di polizia di Escobar.
Il detenuto, allora, aveva un cappuccio in testa, secondo il macabro rituale usato dai torturatori, ma ha riconosciuto l’ex-vicecommissario dalla voce. Gerez era stato convocato dal deputato Miguel Bonasso, anch’egli ex peronista, per deporre davanti al Congreso de la Nacion. La sua testimonianza aveva così impedito a Patti di sedere in parlamento come deputato, e ne aveva consentito anzi l’espulsione per «indegnità morale».
Secondo le testimonianze, il testimone mercoledì scorso si è recato a casa di un altro ex-peronista, Jorge Altamirano. A un certo punto è uscito per recarsi a una macelleria, ma non ha più fatto ritorno dall’amico che, non vedendolo rientrare, ne ha denunciato la scomparsa al commissariato.
Secondo la famiglia di Gerez, l’ex peronista già un mese fa aveva ricevuto minacce: per tre volte, gli avevano tagliato le gomme dell’auto; in un’altra occasione, era stato avvicinato da uno sconosciuto che gli aveva fatto un resoconto preciso dei suoi spostamenti e di quelli della sua famiglia; un’altra volta ancora un uomo gli aveva mostrato un’arma dopo esserglisi affiancato con la macchina. Gli inquirenti argentini, negano però di aver ricevuto da Gerez denunce circostanziate. Ma intanto, anche altri testimoni sostengono di aver ricevuto minacce (anche direttamente da Luis Patti), e denunciano il crescente clima d’intimidazione esistente da quando, sotto il governo Kirchner, l’Argentina ha tolto l’impunità ai responsabili dei crimini commessi durante la dittatura: «Ma non ci lasceremo intimidire – ha dichiarato Mirta Praino, la moglie di Luis Gerez – Mio marito è una persona integra, un lavoratore, preoccupato di non lasciare impunita la scomparsa di tanti compagni».
Ieri pomeriggio, la gente è scesa in Plaza San Martin, rispondendo numerosa all’appello delle Madri di Plaza de Mayo, dell’associazione Hijos e della Multisectorial de la Plata. E sempre ieri pomeriggio, il presidente Kirchner, che ha deciso di rimandare il previsto viaggio a Santa Cruz, ha convocato un vertice urgente per esaminare la situazione.
Il vicecapo di gabinetto del governo della provincia di Buenos Aires, ha affermato che, nonostante non ci siano prove che Luis Patti abbia qualcosa a che vedere con la sparizione di Luis Gerez, l’ex-vicecommissario è uno dei principali sospettati. Tuttavia, Persico ha sostenuto che la soluzione, sia per la sparizione di Jorge Julio Lopez che per quella di Gerez, dovrà trovarsi per via politica e non per via poliziesca. Dal canto suo, l’ex-vicecommissario Patti ha dichiarato ai media la sua estraneità nella sparizione del testimone-chiave, tornando anzi nuovamente ad accusarlo di falso anche per le accuse di tortura.