La Bielorussia denuncia ancora una volta un piano di destabilizzazione

Nei giorni scorsi, l’agenzia cubana “Prensa Latina” ha diffuso questo dispaccio.
Le elezioni presidenziali in Bielorussia sono alle porte.
Alla vigilia del voto, le rivelazioni delle autorità dell’ex repubblica sovietica lasciano immaginare quali scenari di destabilizzazione e di caos l’imperialismo si proponga di allestire per la riottosa repubblica ex sovietica, che si oppone all’assoggettamento alla NATO e ai modelli socio-economici del “nuovo ordine mondiale” e che difende il suo diritto alla sovranità e all’autodeterminazione.
C’è solo da augurarsi che la “sinistra alternativa” del nostro paese non si accodi alla prevedibile canea orchestrata dai media al servizio dell’imperialismo e dal codazzo di ONG bielorusse e straniere (anche italiane?) finanziate da fondazioni americane, i cui esponenti (in veste di “osservatori”, con trasferta ovviamente pagata dallo “zio d’America”), confluiranno numerosi a Minsk.
I precedenti della Jugoslavia, della Georgia e dell’Ucraina non lasciano purtroppo sperare niente di buono.

Minsk, 2 mar (PL). Il governo della Belarus ha denunciato oggi le attività cospirative di numerosi diplomatici stranieri che appoggiano gruppi di oppositori in piani di destabilizzazione dell’attuale sistema politico, nel mezzo della campagna elettorale per la presidenza.

La maggioranza delle rappresentanze diplomatiche partecipano molto attivamente al sostegno all’opposizione per modificare il sistema politico, ha denunciato il capo del Comitato Statale della Sicurezza Stepan Sujorenko al canale televisivo della capitale.

Sujorenko ha puntualizzato che con tali attività si viola la convenzione di Vienna sulla non interferenza negli affari interni di altri stati sovrani.

Egli ha detto che l’organismo di governo dispone di informazioni sul finanziamento ad oppositori tramite ambasciate straniere, per importi che superano le migliaia di dollari…

(…) A dimostrazione dell’evidenza di questa denuncia, Sujorenko ha fatto notare che l’organizzazione (non governativa) “Partneriato” si è occupata della preparazione di un colpo di stato, affinché l’opposizione radicale prenda il potere nel corso delle elezioni presidenziali del 19 marzo.

In una conferenza stampa, il capo della Sicurezza ha affermato che gruppi di contestatori hanno progettato di dichiarare falsi i risultati delle urne al termine dello spoglio dei voti.

L’organizzazione non governativa interverrebbe poi, nella qualità di presunto osservatore delle elezioni bielorusse, con un provocatorio comunicato sulla falsificazione del voto.

Il funzionario ha rivelato davanti ai giornalisti che sono stati sequestrati a quattro appartenenti a “Partneriato”, i risultati preconfezionati degli exit polls, in cui viene attribuito fin da ora al candidato Alexander Milinkevich (appoggiato dall’Occidente) il 53,7% dei virtuali suffragi.

Ad Alexander Lukashenko verrebbe attribuito il 41,3% e al resto dei pretendenti cinque punti percentuali di intenzioni di voto.

Il Servizio di Sicurezza della Belarus ha denunciato anche che questa settimana presunti combattenti della Georgia, dell’Ucraina e di paesi dell’ex Jugoslavia sarebbero stati reclutati per partecipare ad azioni di forza programmate dagli oppositori radicali nelle strade di Minsk.

E’ nota la campagna dispiegata dai governi di Kiev e Tbilisi “per portare la democrazia” in Belarus e nelle altre repubbliche dello spazio post-sovietico, come è stato assicurato dagli stessi dirigenti di quei paesi.

In relazione a quanto sta avvenendo il presidente Lukashenko ha avvertito che non verrà permessa alcuna ingerenza con fini destabilizzanti negli affari interni del paese.

pgh/oda

Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare