La barbarie e il terrorismo dello Stato di Israele e la complicità dell’Unione Europea

da “Avante”, settimanale del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di l’Ernesto online

Molte immagini si susseguono, e la realtà è sempre la stessa. Quante volte, ognuno di noi è rimasto scioccato dalle immagini degli attacchi israeliani, delle donne che piangono la morte dei loro figli, dei figli abbandonati per la morte dei loro padri. Quante volte abbiamo visto uomini che portano in braccio familiari, amici, conoscenti o sconosciuti, feriti o morti per il semplice e crudele fatto di stare in una scuola, in un ospedale, in un servizio pubblico… Quante “giustificazioni” abbiamo sentito dai governi israeliani e dai loro alleati che parlavano di prevenzione degli attentati terroristici, che le stesse immagini rivelavano essere menzogne… Quante inchieste internazionali, quante condanne da parte delle Nazioni Unite…

Il popolo martire della Palestina resiste alla pressione e all’occupazione di Israele, alla barbarie e al terrorismo di Stato. Decenni di apartheid non hanno intaccato la tenacia della sua lotta contro uno degli eserciti meglio addestrati e armati del mondo. E’ per noi difficile avere un’idea reale su come possa essere la vita di qualcuno in una situazione così drammatica. La realtà in cui vive questo popolo è ben più brutale e crudele. E’ la sua forza incrollabile che lo sorregge in questa lotta perché gli sia riconosciuto il diritto al suo Stato, al suo territorio, in definitiva perché gli sia riconosciuto il diritto di essere popolo.

Nei territori occupati, permane una situazione di violazioni continue dei diritti fondamentali dei palestinesi. Sono quotidiane le aggressioni e l’applicazione della giustizia avviene in modo arbitrario. Sono decine di migliaia i prigionieri politici nelle carceri israeliane. Si succedono i posti di controllo che limitano o impediscono la circolazione all’interno dei territori e il commercio. Esistono strade accessibili solo agli israeliani. Prosegue la demolizione delle case dei palestinesi da parte delle autorità israeliane, la sottrazione delle terre per costruire il muro della separazione e far avanzare gli insediamenti coloniali. Gli israeliani cercano di imporre la commercializzazione dei loro prodotti, il tasso di disoccupazione è elevatissimo e i livelli di povertà estrema sono drammatici. I campi dei rifugiati continuano ad esistere con famiglie in situazioni precarie da decine di anni. Israele mantiene il blocco alla Striscia di Gaza dal 2008, dividendo i palestinesi in due parti, Cisgiordania da un lato, e la Striscia di Gaza dall’altro, quasi senza contatti tra loro.

L’Unione Europea finanzia Israele

Tutto ciò accade in presenza della più profonda ipocrisia degli USA e dell’UE, principali alleati di Israele, che non solo si fanno garanti della sua impunità, ma istigano le sue azioni, in accordo con i loro interessi economici, geostrategici e militari. E’ in questo quadro che emerge la notizia secondo cui la Commissione Europea starebbe per approvare più di un progetto, finanziato dall’UE, per lo sviluppo della “ricerca scientifica” nell’Industria Aerospaziale di Israele (AIA). Nel quadro del programma pluriannuale di appoggio alla ricerca, se venisse confermata la sua approvazione, l’industria militare di Israele potrà beneficiare di centinaia di milioni di euro fino al termine del 2013.

L’AIA è solo una delle 34 partnership israeliane dell’UE nel settore delle tecnologie dell’informazione. La Commissione Europea dice che si tratta solo di un “programma civile”, le autorità israeliane da parte loro sono ben più esplicite affermando, senza alcun pudore, che esistono stretti legami tra lo sviluppo del settore tecnologico e il loro esercito. L’AIA è la costruttrice dei famosi aerei non pilotati che sono stati utilizzati nell’attacco alla Striscia di Gaza alla fine del 2008, inizio 2009, che hanno causato la morte di decine di persone. E’ nota l’importanza che l’industria degli armamenti ha per l’economia israeliana, tanto più che questo paese vende materiale ed equipaggiamento di guerra a paesi dell’UE che li utilizzano, tra gli altri luoghi, in Afghanistan, nelle missioni della NATO. La provenienza da Israele è una specie di certificazione del materiale, poiché, nella maggioranza dei casi, esso è già stato testato sul terreno (contro i palestinesi o altri loro vicini).

Israele è un importante agente della cosiddetta lotta contro il terrorismo. Nel suo allineamento alla dottrina forgiata dagli USA e dalla NATO, l’UE utilizza il saper fare degli israeliani in un settore che, tutto lo lascia prevedere, avrà sempre più importanza nel suo bilancio in futuro.

Le innumerevoli violazioni dei diritti fondamentali che Israele impone ai palestinesi, l’esperienza del suo esercito e dei suoi servizi segreti, della sua industria militare, rappresentano una base solida, un esempio che l’UE non solo appoggia ma che dà l’impressione di voler seguire. Là, in Palestina, come qua, in Portogallo o nell’UE, la lotta è la strada da percorrere!