L’ Fmi gela l’ Italia: recessione

‘Pil 2005 -0,3%’. Il governo: non conteggiato l’ ultimo balzo
Il Fondo monetario taglia drasticamente le stime sulla crescita (da +1,2%). Pesa il caro-petrolio

Siamo in recessione. Quel salto del Pil nel secondo trimestre dell’ anno (più 0,7 per cento), che aveva interrotto la sequenza dei segni meno, non ci salva. E’ il Fondo monetario internazionale a placare i già pochi entusiasmi e a tagliare drasticamente le stime del Pil che quest’ anno, secondo una prima bozza anticipata dall’ edizione tedesca del Financial Times, segnerà meno 0,3 per cento. Recessione dichiarata dunque. Il taglio operato è infatti significativo. Solo ad aprile l’ Fmi si attendeva una crescita dell’ 1,2%. Chi ha centrato le previsioni del Fondo fin da luglio è Confindustria. Vicino c’ è andata anche la Banca d’ Italia che ha previsto un meno 0,1%. E già il governo nel Documento di programmazione economica e finanziaria, ha fermato il Pil a quota zero. L’ Fmi ha usato le forbici anche per il 2006: quel 2% di crescita del Pil indicato nel rapporto di primavera scende all’ 1,5. Stime che secondo il quotidiano tedesco saranno indicate nel «World Economic Outlook», atteso a fine settembre. Ma il governo non ci sta. E replica sostenendo che le ultime indiscrezioni attribuite all’ Istituto di Washington non tengono conto dei recenti dati positivi sul Pil nel secondo trimestre, quell’ inatteso più 0,7%, che è l’ incremento maggiore dal primo trimestre 2001 e che ha portato il dato tendenziale a più 0,1. Tra l’ altro ciò che conta, aggiungono le stesse fonti, è la velocità d’ uscita, cioè la forza con cui l’ economia è riuscita a reagire alla recessione. Con uno scatto in avanti, appunto, dello 0,7%. Al ministero dell’ Economia il documento dell’ Fmi non è ancora arrivato, ma il dubbio che non sia stato aggiornato con i dati Istat è forte. «Non è che ci attendiamo un altro balzo in avanti come quello del secondo trimestre – spiegano i tecnici di via Venti Settembre -, tant’ è che già nel Dpef la stima era stata corretta e portata a zero, ma nemmeno ci aspettiamo una frenata del genere». Segnali in questa direzione, secondo il ministero, non ci sono: «Dagli ultimi dati sulle entrate fiscali e sui consumi elettrici non risulterebbe un ridimensionamento così drastico. A meno che le stime dell’ Fmi siano basate su uno scenario petrolifero ben peggiore». Più ottimista l’ Fmi per il prossimo anno. La crescita attesa del Pil sarà dell’ 1,5%, la stessa cifra indicata dall’ esecutivo nel Dpef e poco più alta di quella della Banca d’ Italia (più 1,3%). Ma non è solo l’ Italia a subire un drastico ridimensionamento. L’ ultima stima del Fondo per i Paesi dell’ euro prevede una crescita del Pil dell’ 1,3% nel 2005 e del 2% il prossimo anno. Un taglio di tre decimali di punto. Gli Stati Uniti continueranno invece a correre. Ad aver cambiato le carte in tavola è il cara-petrolio. Tanto che se il greggio continuerà la sua corsa verso quota 70 dollari, gli analisti del Fondo monetario internazionale non escludono un ulteriore ritocco al ribasso.