Italia: spesi 1,3 miliardi a Baghdad

ROMA. Circa un miliardo e trecentomila euro. È questo il conto della missione italiana in Irak. Almeno fino a tutto il 2005. Per il prossimo anno infatti il Governo dovrà stanziare nuove risorse per la partecipazione all’operazione “Antica Babilonia”, come per altro avviene puntualmente ogni sei mesi da quando, all’inizio dell’estate del 2003, è stato dato il via all’invio dei nostri militari. Una presenza, quella in territorio iracheno, che costa mediamente 500 milioni l’anno. Nel 2005 si è superata quota 525 milioni, di cui quasi 235 per il secondo semestre (218 per la sola componente militare), rifinanziati dal decreto approvato dal Parlamento poco prima della pausa estiva. E, dalle relazioni tecniche della Ragioneria generale dello Stato ai cinque provvedimenti che hanno fin qui finanziato la missione, emerge che quasi tutta la “dote” viene assorbita dalle operazioni militari vere e proprie: del miliardo e trecentomila euro complessivamente stanziati, poco più di 90 milioni sono stati destinati agli interventi umanitari e di ricostruzione.
Cinque finanziamenti. Dal giugno 2003 il Parlamento ha approvato cinque finanziamenti della missione. In occasione dell’ultimo sì il Governo, alla luce dell’annunciato no dell’opposizione alla presenza italiana in Irak, ha optato per un decreto ad hoc invece di un decreto omnicomprensivo per tutte le missioni internazionali in cui sono coinvolti i nostri soldati come invece era accaduto in precedenza. Per le voci militari si è partiti con poco più di 230 milioni di euro (nel secondo semestre 2003), si è poi scesi a meno di 200 milioni per i primi sei mesi del 2004. Nel secondo semestre dello scorso anno si è risaliti a quasi 290 milioni. Quest’ anno sono stati stanziati 273 milioni fino a giugno (più 18,8 milioni per interventi umanitari e di ricostruzione) e meno di 220 milioni per il secondo semestre (cui si aggiungono 19 milioni in chiave umanitaria).
Il costo di uomini e mezzi. La spesa maggiore è quella riguardante il personale. Dalla relazione di accompagnamento all’ultimo decreto approvato emerge che la presenza (stimata) di 3.252 uomini per attività diretta o indiretta in Irak negli ultimi sei mesi di quest’anno occorrono quasi 118,5 milioni di euro sui 218 milioni di costi militari complessivi. Nei documenti allegati ai vari decreti sono contenuti anche i costi di “esercizio” e manutezione dei mezzi impiegati. Ad esempio, all’inizio dell’anno il costo giornaliero per l’utilizzo degli elicotteri Mangusta era stato stimato in 27mila euro al giorno.
Le missioni all’estero. L’accresciuta presenza dei militari italiani in missioni internazionali Onu e Nato che spaziano dall’ Afghanistan fino al Kosovo, ha fatto lievitare rispetto alla fine degli anni ’90 i costi per le missioni all’estero. Quest’anno complessivamente si arriverà quasi a quota 1,2 miliardi di euro: 611,2 milioni sono stati stanziati per i primi sei mesi dell’anno e quasi 581 per il secondo semestre. In totale, secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Difesa, all’8 agosto risultavano impegnati 10589 miltiari italiani in 28 missioni all’estero. Altri 2500 soldati sono coinvolti in iniziative sul territorio italiano contro il terrorismo internazionale.